L’arcobaleno sul ruscello
Questo libro è per tutti, perché il famoso psichiatra Eugenio Borgna si muove su versanti piacevolmente divulgativi, anche se a dire il vero pure le sue opere di carattere scientifico sono amate e lette dal grande pubblico. Qui l’autore ragiona attorno alla speranza e i casi clinici sono solo sullo sfondo. Materia della conversazione – si può dire del ragionare condiviso di Borgna – sono il pensiero dei grandi filosofi, le esperienze di vita di Etty Hillesum, del Mahatma Gandhi, di madre Teresa di Calcutta, le parole di Rilke, di Leopardi…
L’illustre psichiatra possiede e dialoga con questi compagni di viaggio, e avendo ben esplorato l’universo delle lacrime e del dolore, riesce ad articolare pensieri di speranza. «Vorrei – scrive Borgna – che questo libro sapesse dire qualcosa degli sconfinati orizzonti di senso della speranza, e del dovere di non lasciarla mai morire nelle diverse situazioni della vita. Davvero non si può vivere se non siamo accompagnati dalle luci stellari della speranza».
Parole importanti sono dedicate anche al tema del perdono. Scrive in proposito l’autore: «Perché la vita possa riprendere i suoi quotidiani normali svolgimenti, è necessario sapersi liberare dalla cascata ghiacciata e ininterrotta dei risentimenti, che non fanno se non accrescere senza fine il male che le offese hanno già causato». Risentimento e desiderio di vendetta per le ingiustizie subite sono sorgente di ansie e ossessioni, malesseri e sofferenze. E dunque anche dal punto di vista della psichiatria è auspicabile il perdono. Sostiene Borgna: «Come cambierebbe il mondo, il mondo in cui siamo immersi ogni giorno, se sapessimo perdonare offese, come queste, che sono, fra l’altro, le più frequenti, e che dovremmo sentire (tutti) l’impegno umano e cristiano di perdonare».