L’ingresso del nuovo delegato pontificio
«Vi ringrazio tutti della presenza e delle preghiere che farete per me». Sono state queste le prime parole che il nuovo delegato pontificio monsignor Fabio Dal Cin ha rivolto all’assemblea dei fedeli che gli ha dato il benvenuto in Basilica del Santo. Varcata la soglia principale, il neo vescovo ha baciato il Crocifisso e poi si è diretto in sacrestia per indossare i paramenti sacri per la celebrazione che ha presieduto. Dopo la comunione, uno dei momenti più significati della cerimonia: l’offerta da parte di Dal Cin di una lampada votiva alla Tomba del Santo, con cui illuminare il cammino della comunità, e la preghiera di intercessione a sant’Antonio per aiutarlo e sostenerlo nel suo mandato di delegato pontificio.
Quindi il gesto del pellegrino (la mano posata sulla pietra della tomba), il saluto affettuoso che milioni di pellegrini ogni anno porgono al Santo di Padova.
«Al di là dell’apparenza, ogni persona è immensamente sacra, in quanto creata a immagine e somiglianza di Dio, e merita la nostra attenzione e vicinanza. È il nuovo umanesimo portato da Gesù – ha affermato il delegato pontificio durante l’omelia –. Questa basilica ci dice che questo percorso è possibile. Sant’Antonio era uomo di fede e di Chiesa ma ha saputo, nella sua epoca, creare concordia anche nella società civile. Grazie padri del Santo per il vostro amore per questo santuario internazionale. Inizio tra voi il mio ministero e vengo desideroso di condividere con voi questa esperienza».
A nome dei frati del Santo, all’inizio della celebrazione è intervenuto fra Oliviero Svanera, rettore della Basilica: «Con affetto e riconoscenza abbiamo salutato il mese scorso monsignor Giovanni Tonucci, al termine del suo mandato quale Delegato Pontificio, oggi con gli stessi sentimenti accogliamo lei, eccellenza, che è stato chiamato ad assumere questo ufficio, insieme al titolo di Arcivescovo Prelato di Loreto e Delegato Pontificio per il Santuario della Santa Casa. Papa Francesco ha pensato a un vescovo giovane come Delegato Pontificio per la nostra basilica. Noi siamo riconoscenti al Papa per questo e ne siamo felici. Confidiamo infatti che così il suo servizio episcopale tra noi possa essere stabile e duraturo. Durante la sua ordinazione episcopale Lei ha detto di voler essere il vescovo della misericordia. E questa è già per noi un’indicazione di natura pastorale, dal momento che in questo santuario ogni giorno i frati sono annunciatori e testimoni privilegiati di misericordia attraverso il ministero della confessione».
Nel saluto finale, il nuovo delegato ha ringraziato per il benvenuto tutti i presenti, a partire dalla fraternità dei padri conventuali, dal vescovo di Padova monsignor Claudio Cipolla che ha concelebrato l’Eucaristia, dalle confraternite e dagli ordini cavallereschi della Basilica, fino alle autorità civili, accademiche e militari. Una preghiera particolare l’ha rivolta alle persone che vivono momenti di solitudine, malattia e prova. Poi, sciolta l’emozione per la celebrazione di ingresso, è stato il simpatico ricordo finale per il pontefice che ha strappato l’applauso: «Rivolgo a papa Francesco la mia gratitudine per questo incarico, che mi permetterà di tenere un piede in Veneto. Perché questa è la mia terra e vi sono molto legato».
Durante la messa solenne, il ministro provinciale dei Frati Minori Conventuali, fra Giovanni Voltan, a nome di tutti i frati della comunità francescana del Nord Italia – che ha la sua sede storica a Padova nella Basilica del Santo ma circoscrizioni custodiali in Ghana, Indonesia, Francia-Belgio nonché delegazioni in Portogallo e Cile – ha donato al delegato pontificio due “guide” per camminare insieme: l’annuario della Provincia, una sorta di “album di famiglia” con tutti i nomi e le foto dei frati della Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova, e il libro del Progetto per il quadriennio 2017-2021 redatto nel Capitolo dei Frati minori conventuali di quest’anno.
Molti i presenti alla celebrazione di ingresso, in particolare devoti e pellegrini, oltre ai rappresentanti delle istituzioni civili presenti (tra questi il sindaco di Padova Sergio Giordani, il vicesindaco Arturo Lorenzoni e il prefetto Renato Franceschelli) e delle le forze dell’ordine. Hanno partecipato anche delegazioni da Loreto, dalla Diocesi di Vittorio Veneto e da Sarmede, paese natale di Dal Cin.