Los Angeles, tra fuoco e devastazione
Gli incendi distruttivi che hanno colpito la California tenendo banco nelle cronache internazionali in queste settimane, hanno messo a nudo tutte le criticità, in tema di sicurezza, dello Stato americano affacciato sull’Oceano Pacifico.
I mass media hanno dato spesso risalto alle ville delle stelle del cinema andate in fumo, ma il fuoco, in poche settimane, ha divorato anche migliaia di abitazioni private del ceto medio e innumerevoli attività commerciali, e con esse, in molti casi, anche il sogno americano. E, purtroppo, sono numerosi i morti e i dispersi. Oltre a decine di migliaia di sfollati.
Sebbene l’emergenza non sia ancora finita, le ricadute sul tessuto economico e sociale che essa ha, e avrà, anche in termini ambientali e di ricostruzione, faranno sentire i loro effetti a lungo termine.
Sul banco degli imputati ci sono l’alta antropizzazione di Los Angeles, le conseguenze dei cambiamenti climatici, gli inadeguati piani di prevenzione, e probabilmente anche i piromani.
Gli italiani iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) che vivono e lavorano a Los Angeles sono più di 35 mila. E la catastrofe che ha sconvolto la metropoli californiana ha toccato anche molti di loro.
Abbiamo raccolto la testimonianza di Gianluca Zago, già product manager di un’importante azienda italiana. Dieci anni fa, Zago ha lasciato Pordenone, in Friuli-Venezia Giulia, per trasferirsi a Los Angeles e lavorare nell’ambito della ristorazione.
Dopo un’esperienza nell’import-export, oggi Zago fa il manager per due ristoranti italiani. Risiede nella zona di Woodland Hills, e da settimane convive con l’emergenza. Nel raggio di 50 chilometri da casa sua, ci sono ben 10 incendi attualmente attivi. E le previsioni meteorologiche per i prossimi giorni sono tutt’altro che incoraggianti sui fattori, come i forti venti di Santa Ana, che concorrono a far propagare le fiamme.