Può un libro concepire due gemelli prima di mamma e papà? Stando a Noi due, l’ultimo romanzo di Giovanna Zucca, la poliedrica scrittrice di Mani Calde e Assassinio all’Ikea, sembra proprio di sì. Gabriele e Michele stanno già insieme quando sono solo due spermatozoi, in lotta con una miriade di loro simili, alla conquista, per la verità molto poco consapevole, dell’ovocita che li porterà all’esistenza. Il primo è agile, incline all’azione, spregiudicato, il secondo è lamentoso, pigro e votato alla filosofia. Di una cosa, però, sono certi: non si lasceranno mai.
Crescono, pagina dopo pagina: poche cellule, poi i primi stadi della vita, ognuno dentro la sua bolla a sondare il mondo di là, pur non avendo né occhi né orecchie, e a farsi domande sul senso dell’esistenza. Vale la pena nascere? Loro vengono dal luogo dove tutto si sa, «dal tempo prima della storia» – spiega Michele, il filosofo –, dalla dimensione governata dall’«Inventore». Oltre la penombra calda del ventre di Valentina, la loro madre, c’è l’oblio, la fatica di un inizio senza alcuna garanzia. Come sarà la luce oltre il tunnel? Man mano che crescono, Gabriele e Michele parlano dei loro genitori. Li conoscono come le loro tasche, prima ancora che i due si accorgano di loro. Ne evidenziano le manie, i sogni, ridendoci su. Sono anche convinti, gli illusi genitori, di poter scegliere un nome, mentre loro sono Gabriele e Michele da sempre. Attraverso la placenta passano le emozioni, le esternazioni esaltate della zia, i turbamenti di un ginecologo che ancora cerca se stesso, mentre li spia dallo schermo dell’ecografo. Poi qualcosa va storto. Ma è davvero la fine? O la fine è l’inizio? Una storia avvincente, alla ricerca del Gabriele e del Michele che sono in noi. Un romanzo divertente, scritto in punta di penna per riflettere, ridendo, sulla nostra comune umanità.