15 Agosto 2021

Santa Maria… dell’ozio

È solennità il giorno in cui ci concediamo uno spazio di «relazione»: con noi stessi e con il nostro corpo, con gli altri, con la natura, con i «piaceri sani» della vita.
Santa Maria… dell’ozio

© Tazio Luca Iacobacci / EyeEm / Getty Images

La solennità di Maria Assunta, che puntuale arriva nel bel mezzo dell’estate, è probabilmente una delle feste più care alla devozione popolare, anche se un po’ troppo vacanzieramente sostituita e confusa con il ben più famoso, ormai, «ferragosto», messa com’è lì al centro delle nostre vacanze. E così, da giornata che celebra la nostra nostalgia del cielo, nostalgia di cui Maria, con la sua assunzione in corpo ed anima, è anticipo e pregustazione per ognuno di noi, è diventata giornata che celebra le nostre gioie terrene, il piacere del tempo libero, il gusto per il mare o per la scampagnata in montagna. Riconosciamo, almeno una volta all’anno, che abbiamo bisogno anche di tutto questo.

È interessante però: è come se fosse stata assurta a solennità il giorno in cui celebriamo l’ozio, il tempo «non lavorativo», il piacere per lo svago più gratuito e (almeno dal punto di vista economico) improduttivo. È solennità il giorno in cui ci concediamo uno spazio di «relazione»: con noi stessi e con il nostro corpo, con gli altri, con la natura, con i «piaceri» (speriamo quelli sani…) della vita. E forse è proprio bello che sia così. Per uno dei tanti paradossi della nostra fede, ancora una volta terra e cielo si sfiorano, corpo e anima si abbracciano. A ricordarci che tutto ciò che è profondamente umano è per ciò stesso autenticamente divino. E viceversa.

E proprio per questo non possiamo ancor più non ricordarci di quanti, nostri fratelli e sorelle, per tanti e seri motivi non sono in vacanza. Se mai ci sono stati… Non perché sono banalmente sfortunati, ma perché anche in questo viene loro negata la dignità della loro umanità.

Data di aggiornamento: 15 Agosto 2021
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