A spasso con Dory
Prendersi cura di un famigliare con decadimento cognitivo è una condizione che molti sperimentano nella loro vita, con storie e dinamiche uniche, pur attraversando dei motivi comuni: l’iniziale negazione di ciò che sta accadendo, a cui fa posto la rabbia e, infine, la graduale accettazione. Il libro è il diario di una scrittrice professionista che ha vissuto sulla propria pelle questo stesso percorso con la madre malata di Alzheimer.
La relazione tra le due viene da un passato complicato, segnato dal carattere anaffettivo e indisponente della madre, molto centrata su di sé e che negli ultimi anni, dopo la morte del marito, ha assunto il ruolo di «Vedova Vittima del Destino Infame». Adesso, però, alla vedova si sovrappone un’altra figura, quella di Dory, il nome con cui la figlia (Laura nel libro) si riferisce a lei, che riprende la smemorata pesce-chirurgo del cartone Alla ricerca di Nemo. Come poter essere «assertivi, accoglienti, affettuosi» quando si ha sempre il sospetto che a prevalere sia l’egoismo della madre, che ripete spesso il motto «vai per avere e ti ritrovi a dare»?
Questo senso di disorientamento è rafforzato dalla difficoltà a trovare informazioni e sostegno professionali: è un dépliant misterioso ad aprire una possibilità di aiuto grazie al «Progetto Alzheimer» (adesso «Progetto ORA - Orientamento Rete Ascolto») che offre gratuitamente ascolto, formazione e supporto psicologico, anche con incontri di gruppo che permettono di confrontarsi con altri «figli di Dory». Si rende anche necessario l’inserimento di una badante: non è possibile, infatti, per Laura e sua sorella, entrambe con famiglia, prendersi in carico totalmente la madre, che inizia a comportarsi in modi che possono metterla in pericolo. Così prima Lula, poi Ivana, rivestono questo ruolo e la seconda diventa un vero e proprio punto di riferimento per l’anziana, specialmente quando inizia a perdere maggiormente la memoria.
Il testo è molto scorrevole e invoglia il lettore a leggere, soprattutto grazie all’espressione diretta dei sentimenti e delle emozioni che nascono: la rabbia, la frustrazione, la paura di non riuscire ad affrontare la situazione. Rimane una sfida: vivere intensamente quello che resta.
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