01 Gennaio 2025

Lasciamoci coinvolgere

Il Giubileo può restare un evento lontano, oppure essere occasione di riscoperta della fede in un Dio che dalla storia si è fatto coinvolgere.
Papa Francesco durante l'apertura della porta santa nella Basilica di San Pietro lo scorso 24 dicembre.
Papa Francesco durante l'apertura della porta santa nella Basilica di San Pietro lo scorso 24 dicembre.
© ALBERTO PIZZOLI/POOL/AFP via Getty Images

Il Giubileo è considerato come il più grande evento della Chiesa cattolica di quest’anno: in effetti è un’occasione per un rinnovato incontro con il Signore, per la riscoperta della propria fede, per avviare o rafforzare dei percorsi di riconciliazione e di pace. È un evento che offre segni visibili e tangibili, iniziative di vario genere che mirano a proporre l’esperienza della misericordia di Dio (elemento fondamentale, che sta proprio alla radice originaria del Giubileo, già nella cultura ebraica) e, insieme, ad annunciare il Vangelo, compito imprescindibile della Chiesa.

Certamente, per farsi conoscere c’è bisogno di farsi vedere, ma questo, come altre volte abbiamo detto, non è esente da rischi. Infatti, oggi, in molti aspetti del nostro quotidiano si mette in atto una sorta di spettacolarizzazione della vita, che ci fa vedere tante cose, senza però scendere in profondità nella realtà. Ad esempio, un’abitudine molto diffusa è quella di postare un po’ di tutto sui social: pensieri personali, foto nostre o di persone a noi vicine. Alcuni genitori, addirittura, fanno quasi cronache social della vita dei loro figli dalla nascita in poi… Sembra quasi che un assioma del nostro tempo sia: «Sono nei social, quindi esisto». Quasi che la nostra persona abbia un valore nella misura in cui è visibile: l’apparenza, la visibilità sono i nuovi criteri di successo. Queste dinamiche sociali virtuali sono reali, e spesso hanno l’effetto di tenerci distanti l’uno dall’altro: posso vedere senza essere visto, entrare in contatto con qualcuno ma senza coinvolgermi troppo, senza accedere alla relazione, al dialogo, al confronto. È tutto un grande spettacolo e per funzionare deve essere perfetto: di qui l’esigenza di curare i dettagli, di essere sempre all’altezza, di fare bella figura. Di sicuro, cose tutte belle e importanti… ma la vita non funziona proprio così. 

Spesso si ripete che la bellezza salverà il mondo, ma bisogna intenderci: non può essere questione solo estetica ed esteriore. Se non coinvolge in profondità, se non si riscopre in sé quella bellezza, poco conta, perché rischia solo di essere frustrante. L’ansia della perfezione è una delle malattie d’oggi; quale può essere una cura? L’uomo adulto, maturo, più che la perfezione cerca il compimento. E per vivere compiutamente non basta vedere o farsi vedere, fare uno spettacolo della propria vita, ma bisogna partecipare davvero. Chi partecipa non è esente da ferite, cadute, fallimenti, ma li integra nella sua esperienza di vita. Fin da piccoli abbiamo bisogno di partecipare alla vita, incontrando gli altri, scontrandoci con loro, sbagliando, riconoscendo i nostri errori. A volte trattiamo i nostri ragazzi come «piccoli campioni» avviati sulla strada del successo, riempiendoli di aspettative che sono solo nostre, pretese che rischiano di trasformarsi in loro frustrazioni: ma un’educazione che forma a essere sempre all’altezza fa male. È molto più importante insegnare a riconoscere che gli errori, i fallimenti, i «no» della vita non sono la fine del mondo, che è possibile chiedere scusa, ripartire… e non per questo valiamo di meno (anzi).

Partecipare e non essere semplici spettatori significa vivere un coinvolgimento più profondo: è come la differenza che passa tra toccare e guardare. Quest’ultimo può essere a senso unico, posso vedere senza essere visto (un semplice spettatore); toccare, invece, è sempre reciproco: certo, espone al rischio, ma fa cantare la vita. Allo stesso modo, anche questo Giubileo può rimanere un evento esterno: può essere molto bello e curato, solo un grande spettacolo. Oppure può diventare davvero occasione di scoperta o riscoperta della fede in un Dio che non è rimasto spettatore della storia, ma si è coinvolto fino in fondo.

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Data di aggiornamento: 03 Gennaio 2025
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