28 Gennaio 2022

Tra dovere e piacere sta il desiderio

Dopo oltre trent’anni di matrimonio, una donna scopre che il marito ha una relazione con un’altra donna. Lui non intende lasciare questa donna, ma non è nemmeno convinto di lasciare la famiglia. Che fare?
Tra il dovere e il piacere, ci sta il desiderio

© Giuliano Dinon / Archivio MSA

«Cari Edoardo e Chiara, vi scrivo perché non so veramente cosa fare. Dopo 33 anni di matrimonio e due figli, ormai grandi, mio marito è profondamente in crisi sulla nostra relazione. Frequentando un’associazione, ha trovato un’altra donna, anche lei sposata, e se n’è innamorato. Si trovano regolarmente e, tramite il cellulare, si scrivono di continuo. Lui dice che con lei si trova bene a parlare e che è colpa mia se tra di noi le cose si sono spente, a causa delle mie rigidità e del mio mettere sempre il dovere davanti al piacere. Lui si sente come un uccellino che finalmente è uscito dalla gabbia e adesso non vuole tornarci dentro. Contemporaneamente, però, lo vedo molto combattuto su che cosa fare e, per il momento, non intende andare da avvocati o uscire di casa, ma non intende neppure chiudere con questa donna. Mi sento di vivere una situazione surreale: credevo di vivere in un bel matrimonio anche se non perfetto e non mi è mai sembrato di costringerlo a fare nulla, anzi, rispetto al suo lavoro ha sempre potuto prendersi gli spazi che gli servivano. Certamente se c’era da fare qualcosa per la casa qualche volta avrò insistito che si facesse, ma non gli ho mai puntato il fucile addosso e le nostre vacanze le abbiamo sempre fatte. Non so veramente che cosa fare. Alcuni mi dicono che dovrei sbatterlo fuori di casa perché si prenda le sue responsabilità; altri mi dicono di pazientare e provare a vedere se con il tempo cambia idea. Personalmente non voglio che il nostro matrimonio finisca, ma neppure accettare che continui a sentirsi e vedersi con quest’altra donna».
Anonima

 

Cara lettrice, possiamo solo immaginare il dramma interiore che stai vivendo e sotto questo aspetto hai tutta la nostra più sincera partecipazione.Da quello che ci racconti crediamo che tuo marito sia una persona che, in questo momento, è sotto il dominio del principio del piacere. Se così fosse, per lui la fedeltà alla parola data, l’esclusività del vostro legame e il tuo cuore ferito sono solo zavorre che gli impediscono di vivere quello che gli sembra più gratificante. Il principio che lo orienta è la massimizzazione del piacere personale. All’estremo opposto del principio del piacere, però, non vi è il principio del dovere (si deve fare così, non si deve fare così), ma il principio del desiderio.

Secondo il principio del desiderio, le mie scelte sono orientate a ciò che mi permette di crescere umanamente. In questo senso, quindi, sarò mosso dai valori che mi abitano e che mi fanno da stella polare per orientarmi verso quel desiderio profondo di vita che vive in me. Mentre il seguire tutte le regole aderendo completamente a esse (cioè il principio del dovere), risponde allo stesso movente di fondo del principio del piacere (che, come abbiamo visto, porta al non seguirne nessuna assecondando solo la propria pancia): entrambe le modalità, infatti, evitano di entrare in contatto con quella sofferenza che è necessaria per partorire ciascuno di noi alla vita nuova.

Stando a quello che ciascuno di voi dice dell’altro, la differenza è che nel tuo sottometterti al principio del dovere eri molto più attenta a evitare il dolore; lui, invece, nel suo perseguire il principio del piacere, è molto più attratto dal godimento che può ricavare nell’immediato. Strade opposte, ma dettate dallo stesso principio protettivo. Se dovessimo tradurre questi due copioni di vita secondo le categorie dei sette peccati capitali, potremmo dire che chi è sempre dedito al dovere e sa sempre quello che è giusto fare rientra un po’ tra i superbi e un po’ tra gli avari (si può essere avari anche nel non concedere mai a se stessi o agli altri riposo, svago, perché si deve tenere tutto sotto controllo).

Chi, invece, si lascia ingolosire da quello che sembra più appetitoso rientra tra i peccatori di gola (che vedono tutta la realtà come un vassoio di pasticcini che possono mangiare secondo la propria ingordigia). Ti stiamo dicendo cose poco consolanti, ma non è nostra intenzione dare sentenze: vorremmo solo promuovere con te una riflessione che ti possa essere utile. Tutto ciò non significa che le responsabilità della crisi siano le stesse tra voi due: tuo marito ha una relazione con un’altra donna. Non vogliamo, però, cedere alla tentazione di definirti «vittima» della situazione o dirti che l’unica strategia è la pazienza.

Purtroppo non sappiamo se potrai salvare il tuo matrimonio, perché questo dipende dalla disponibilità di tuo marito a mettersi in discussione. Questa crisi matrimoniale può però farvi reciprocamente scoprire che state tradendo quel desiderio di realizzarvi nell’unicità che il Padre ha messo nel vostro cuore. In ogni caso, crediamo che tutto questo possa essere un’occasione per provare a entrare nel principio del desiderio: sarebbe magnifico che lo faceste insieme, non dilapidando il bene che in questi oltre trent’anni avete sicuramente realizzato (ad esempio i vostri due figli). Se così non fosse, per volontà di tuo marito, sappi che la strada della tua evoluzione resta sempre comunque percorribile.
Edoardo e Chiara Vian

 

Scrivere a: redazione@santantonio.org oppure via posta a: Edoardo e Chiara, Messaggero di sant’Antonio, via Orto Botanico 11, 35123 Padova


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Data di aggiornamento: 28 Gennaio 2022
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