Troppa grazia sant’Antonio
Da sempre sono appassionato di parole che ripetiamo senza saperne il motivo, proprio perché dove si trova un luogo comune si nasconde una verità. Il luogo comune è solo apparentemente qualcosa che tutti ripetono senza coglierne le ragioni, è in realtà un luogo in cui tutti si raccolgono perché si sentono a casa... Quando Antonio fu canonizzato, venne letto l’infinito elenco di fatti divini che avevano caratterizzato la sua vita, motivo per cui la folla festante cominciò a dire, scherzosamente: «Troppa grazia, sant’Antonio». Mi piace questa espressione, che anche io ho ripetuto spesso senza saperne il motivo, perché riassume in modo giocoso ciò che Antonio ha da dare alla nostra vita di tutti i giorni.
I santi non sono i supereroi del cattolicesimo, gente straordinaria, e quindi strana, che fa delle cose che nessuno di noi riuscirà mai a fare, come l’Uomo Ragno e Superman. I santi sono i figli che assomigliano di più al loro Padre del cielo e ne manifestano quindi un aspetto. Come in un’orchestra fanno udire una linea melodica della grande sinfonia divina. L’aspetto della vita del Padre, che Antonio manifesta e ci regala, è proprio quello della generosità: l’energia divina che, accolta da un figlio che si fida totalmente di suo padre, dilaga nella storia. Questo mi piace di Antonio: fa vedere che Dio è creatore perché è Padre della vita, e la dà in abbondanza a chiunque si fidi totalmente di lui. Non è il miracolo che fa la fede, ma la fede che fa il miracolo. Antonio fa vedere che i miracoli non sono magie, ma azioni di collaborazione umana e divina per la bellezza del mondo, che servono a rendere il mondo più vivace, meno morto. E per Antonio questo avveniva nella vita di tutti i giorni, proprio in mezzo alle cose più consuete e apparentemente lontane dal divino.
C’è un episodio che, per me, lo mostra in modo avvincente. Una volta un uomo sentì una predica di Antonio e, pentito dei suoi molti peccati, decise di confessarsi dal frate, ma poiché aveva commesso moltissimi mali di cui si vergognava, non riusciva neanche ad aprire bocca. Allora Antonio glieli fece scrivere su un foglio e quando il frate ne leggeva una riga, quella riga spariva, tanto che alla fine della confessione diede a quell’uomo un foglio bianco. Dio aveva perdonato e cancellato tutto, quei mali non esistevano più. Non era Antonio ad aver perdonato, ma Antonio aveva reso visibile ciò che la misericordia di Dio fa con i peccati.
A volte cerchiamo miracoli materiali, e ci dimentichiamo del miracolo continuo che abbiamo a portata di mano nei sacramenti. Ecco, quando mi confesso e mi lascio sviare dalla vergogna di fare sempre gli stessi errori, poi penso a questo episodio e mi ricordo che ho un Padre che non aspetta altro che cancellare tutto. E questo lo devo a uno dei tanti «miracoli» di Antonio. Troppa grazia! E che cosa è la vita di ogni credente se non un «troppa grazia» seguito dal nostro nome? Basta solo desiderarlo.
Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»!
1 comments