Un ponte per il futuro

Prendendo spunto dalla vicenda del ponte Morandi, fra Salezze ci ricorda come, per sant'Antonio, Gesù Cristo è il "pontefice", cioè il costruttore del ponte Dio-uomo. E chiama noi a imitarlo.
25 Novembre 2019 | di

«Venne dunque Cristo, nostro aiuto e pontefice,che fece se stesso ponte dalla sponda della nostra mortalità a quella della immortalità, affinché su di esso, come su di un legno posto attraverso, potessimo passare al possesso dei beni futuri. Per questo è detto “pontefice dei beni futuri”». Sant’Antonio, Sermoni, domenica V di Quaresima​

 

Sia semplicemente «Il Ponte»: lo chiede Renzo Piano a proposito del risorgente viadotto sul Polcevera, a Genova, da lui progettato per la città che ama; è ben giusto che sia dedicato tutto alla memoria delle quarantatré vittime e dei cinquecento sfollati provocati dal collasso del ponte Morandi. Di quel terribile 14 agosto resta il monito a rispettare queste vie sospese cui ogni giorno persone, mezzi e beni si affidano, mentre abbiamo data per ovvia e scontata la loro tenuta senza scadenze. Anche vicino a casa nostra sperimentiamo, con un brusco risveglio, la loro importanza quando diventano improvvisamente impraticabili – per manutenzioni, se non per disgrazie –, e le variazioni di viabilità scompigliano le nostre mappe mentali, perché viene meno qualcosa di scontato e di ovvio, appunto.

Benedetti quei ponticelli che al tempo di sant’Antonio permettevano ai viandanti di superare corsi d’acqua più o meno gonfi, e benedetti anche i mega ponti autostradali di oggi, che, seppur provati da fortissime e continue sollecitazioni, devono essere ben fatti e ben monitorati.

Ogni ponte ha una dignità e un compito molto serio. Non chiede – mi ricollego al suggerimento di Piano – un nome illustre con il quale essere battezzato, ma esige e obbliga a un rispetto e a una cura che non arrivino quando è troppo tardi.

Sant’Antonio ci ricorda che Gesù ha fatto della propria croce il nostro ponte più sicuro; egli è «pontefice» ovvero realizzatore del ponte Dio-uomo e lo è per nostro amore: «Obbedì non solo al Padre celeste, ma anche alla Madre sua Poverella», divenendo pontefice dei beni futuri, eterni.

Ognuno di noi, in realtà, è chiamato a essere artigiano dei ponti, con la propria disponibilità e «mettendoci la faccia», come Cristo che fu «obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,8), cioè fu responsabile pienamente, e per sempre.

Ogni ponte, materiale o spirituale che sia, non va solo ammirato ma, soprattutto, custodito con amore perché è promessa e inizio di «beni futuri», oltre il presente, oltre questi odierni metri di asfalto. Sentiamo tutti grande bisogno di intravedere beni futuri grazie a nuovi artigiani di ponti, o «pontefici» che dir si voglia: nella formazione dei giovani, nella promozione della famiglia e della vita, nella sana politica, e in sagge guide religiose; perché i «beni presenti», spesso troppo egoistici, crollano sotto i nostri piedi.

 

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Data di aggiornamento: 25 Novembre 2019
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