Una nuova alleanza contro la povertà educativa
Sfiora il miliardo di euro, per il 90% in nero, il giro d’affari del mercato delle ripetizioni in Italia. A dirlo le stime (2018) elaborate dal Codacons, il coordinamento delle associazioni per la tutela dell’ambiente e dei diritti dei consumatori. Sempre le stesse stime parlano di una spesa media di 650 euro a famiglia, un vero e proprio salasso. Qualcuno ha suggerito di dare la possibilità alle famiglie di scaricare la spesa per le ripetizioni dei figli (un po’ come accade per i farmaci), ma al momento non pare ci siano all’orizzonte azioni concrete che vadano in tale direzione. Se a tutto ciò si aggiungono i dati del Censis (2022), che parlano di un’uscita precoce dal sistema scolastico del 12,7% di studenti italiani a fronte del 9% degli studenti europei, appare quanto mai interessante l’iniziativa portata avanti da Casa dello studente, cooperativa sociale (ora società benefit) ideata (nel lontano 2003) e fondata (nel 2016) da Claudio Tanghetti, allora giovane psicologo appassionato del suo lavoro accanto ragazzi e ragazze con difficoltà scolastiche, con lo scopo di fornire «risposte concrete ai bisogni di studenti e famiglie, per quanto concerne l’assistenza allo studio e, più in generale, la formazione».
In pratica, Casa dello studente offre, seguendo un modello di doposcuola (Centri integrati di apprendimento), un supporto scolastico –, anche attraverso metodologie specifiche per DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) – agli studenti e studentesse dalla scuola primaria all’università, a costi calmierati. A seguire gli studenti sono universitari o neolaureati del territorio, opportunamente formati, guidati e regolarmente retribuiti nell’ottica di promuovere, appunto, l’emersione del lavoro nero. A coordinarli, psicologi o psicologhe, che garantiscono anche la possibilità di supporto non solo agli studenti e alle studentesse, ma anche a genitori, insegnanti ed educatori ed educatrici. I Centri di Casa dello studente sono attualmente 45 in Italia tra Milano, Brescia, Bergamo, Verona e Padova con oltre 2.500 studenti supportati all’anno. In alcuni casi Casa dello studente garantisce i propri servizi anche gratuitamente (in base ad accordi specifici con Comuni e Parrocchie che sostengono in tal modo le famiglie bisognose o in difficoltà).
Da qualche mese, poi, è nata una interessante partnership tra Casa dello studente e Ciai, il Centro italiano aiuti all’infanzia nato nel 1968 da un gruppo di famiglie riunite attorno all’idea, rivoluzionaria per l’epoca, che «un bambino in reale stato d’abbandono, in qualsiasi parte del mondo si trovi, può diventare figlio, oltre i legami di sangue e le differenze etniche», e che nel tempo ha ampliato la sua mission anche ad altri aspetti relativi all’infanzia, come la povertà educativa tout court.
«L’alleanza CIAI e Casa dello studente – ha sottolineato Francesca Silva, direttrice operativa CIAI – nasce da una forte sintonia per la cura del benessere psico-emotivo di ragazzi e ragazze, un benessere legato in modo significativo alla storia educativa che va accompagnata e curata portando su ogni studente e studentessa uno sguardo attento e professionale. Proprio questo sguardo abbiamo riconosciuto in Casa dello Studente e nel modello di doposcuola che ha consolidato nel tempo. Un modello che CIAI si impegna a promuovere nei territori in cui è storicamente presente, a partire dal Veneto».
E proprio a Padova, infatti, l’iniziativa è stata presentata lo scorso 9 aprile, nel corso del convegno "Andare oltre" presso la sede di Banca etica, dal fondatore di Casa dello studente, Claudio Tanghetti, dalla responsabile scientifica del Ciai, la psicologa e psicoterapeuta Alessandra Santona e dalla coordinatrice dei centri doposcuola Casa dello studente-Ciai, Clizia De Mitri.
A seguire, le interviste video ad Alessandra Santona e Claudio Tanghetti.