21 Luglio 2021

Zucchetti, coreografo da primato

Il ballerino Valentino Zucchetti, primo coreografo italiano alla Royal Opera House, firma «Anemoi», spettacolo in prima mondiale al Covent Garden di Londra.
Zucchetti, il primo italiano alla Royal Opera House

© Andrej Uspenski

«La danza non è ciò che faccio, ma ciò che sono. È tutta la mia vita». Valentino Zucchetti, 32 anni, originario di Calcinate (BG), è il primo coreografo italiano sul palco della Royal Opera House di Londra. Non era mai accaduto in un secolo di storia del Royal Ballet. Un incarico ancor più prestigioso visto che, a parlare italiano, sono una serie di spettacoli che segnano la ripartenza del calendario dal vivo.
Msa. In quasi cento anni, il Royal Ballet non aveva mai avuto un coreografo italiano. Come si sente?
Zucchetti.
Sono felice, emozionato, onorato. Il direttore artistico O’Hare mi ha dato fiducia affidandomi questo lavoro. Tutto è nato nel primo lockdown: il mio pezzo, Scherzo, trasmesso in streaming al World Ballet Day, è stato scelto per il gala della Royal Opera House. Anni fa, vissi un’emozione in parte identica quando, come ballerino, interpretai il ruolo di Mercuzio, per la prima volta affidato dal teatro inglese a un italiano.
Il 26 giugno la prima mondiale, il 9 luglio la replica streaming in mondovisione del suo Anemoi, evento voluto dalla Royal Opera House tra gli spettacoli che celebrano la ripresa della cultura in presenza. Qual è il significato?
In greco gli Anemoi sono i venti. Nella mitologia prendono le sembianze degli uomini, impersonati sul palco dai giovani ballerini che porteranno in scena il «vento del cambiamento» che tutti desideriamo. Anemoi, su musiche di Rachmaninov, rappresenta il seme della rinascita. Una prova che rende tutti noi, che abbiamo lavorato al progetto, ancora più orgogliosi del compito assegnato.
Nel rispetto dei limiti, lei ha cercato, comunque, di non fermarsi allestendo performance molto seguite come Distdancing.
La scorsa estate, insieme a vari colleghi tra cui Annalisa, la mia compagna (Annalisa Midolo, artista circense, ndr) e la ballerina Chisato Katsura, abbiamo improvvisato lungo il Regent’s Canal questo piccolo palcoscenico dando modo, a chi si trovava sull’altra sponda, di ammirare in maniera del tutto gratuita brevi performance di danza e di espressioni artistiche tra le più variegate. Nelle settimane successive, grazie al successo ottenuto, Distdancing è diventato un appuntamento fisso per gli spettatori e per tanti artisti ai quali ha permesso di esibirsi, di farsi conoscere, non perdendo il contatto con il pubblico e mantenendosi in forma.
Danza: amore a prima vista o passione cresciuta nel tempo?
Entrambe le cose. Ho desiderato danzare sin da bambino. Avevo 4 anni quando vidi un video con Baryšnikov in Don Chisciotte. Poco dopo chiesi a mia madre di portarmi in una scuola per imparare a ballare. Da lì è iniziato tutto: allenamenti, sacrifici, studio e passione per una disciplina che, insieme a tante soddisfazioni, mi regala ogni giorno infinite emozioni.
Dal 2010 è ballerino solista del Royal Ballet. Quando ha esordito con la coreografia?
Nel percorso di studi della Royal Ballet School è prevista anche la coreografia. Era il 2005 quando, ancora studente, per partecipare all’Ursula Moreton Choreographic Award, un concorso interno, dovetti prepararne una. Lo vinsi proprio con quel primo lavoro. Ho poi firmato brevi pezzi come Sonata for Six e Draft Works. Nel 2013 ho creato Orbital Motion per il New English Ballet Theatre. 
Più ballerino o più coreografo?
Amo entrambi. La danza, per sua natura, richiede disciplina e rigore, i passi da fare sono quelli e non altri. Il disegnarne i movimenti permette di dare anima alla perfezione. Con la coreografia posso liberare la creatività, imprimendo la mia visione, il mio sguardo sulla danza e non solo.
Cosa sogna per il suo futuro?
Ho tanti progetti e un grande sogno: creare una compagnia, insegnare, portare nella danza la mia professionalità, la mia passione, ciò che sono.
A chi dedica Anemoi?
Al pubblico. Senza il pubblico la danza, il teatro, la cultura non possono esistere.MDistdancingZucchetti è tra gli artisti che, con le performance più varie, hanno animato Distdancing, primo evento all’aperto dopo il lockdown, scegliendo il palcoscenico improvvisato degli Hoxton Docks lungoil Regent’s Canal a Londra.

 

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Data di aggiornamento: 21 Luglio 2021
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