06 Novembre 2020

Galeazzi, emozioni sul palco

La gavetta e il successo al Royal Ballet di Londra, il trasferimento in Oman, la carriera da freelance e l'impegno umanitario con l'Associazione Dancing for the children. Alla scoperta di Mara Galeazzi, ballerina dal cuore d'oro.
Mara Galeazzi.

© Andrej Uspenski

Da bambina sognava di «spendersi per gli altri» come infermiera missionaria. Poi, col passare degli anni, i piani di Mara Galeazzi sono cambiati. Anche se, in fondo, la sua passione per la danza è un modo come un altro per regalare gioia al prossimo. «Ho sempre ballato per dare emozioni al pubblico» conferma l’artista che in oltre vent’anni di carriera ha scalato tutti i ruoli da ballerina al Royal Ballet di Londra, fino a diventare principal dancer nel 2003.

Un percorso costellato di sacrifici e soddisfazioni, quello di Mara Galeazzi. Dalla Provincia di Brescia (è nata a Chiari nel 1973) alla Scuola di danza della Scala da dove, nel 1992, appena diciottenne, viene chiamata al Royal Ballet. Complici il grande talento e una forte determinazione, Mara si esibisce nei maggiori teatri del mondo. Nel 2006 ottiene il Premio Danza&Danza come danzatrice italiana all’estero. Un anno dopo fonda l’Associazione Dancing for the children, con l’intento di promuovere la danza nel Terzo Mondo e raccogliere fondi per i bambini svantaggiati. L’impegno artistico e umanitario le valgono, nel 2009, la medaglia di Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica Italiana.

Il Belpaese, tuttavia, resta una meta occasionale per la ballerina che, nel 2013, si trasferisce a Muscat, in Oman, per ricongiungersi al marito (direttore di scena della Royal Opera House di Muscat) e alla figlia. «In principio fu uno shock – ricorda –. Venivo da una città culturalmente molto diversa come Londra. A Muscat passai il primo anno chiusa in casa, un po’ per il caldo, un po’ per badare alla bimba. Mi ci vollero due anni per integrarmi. Per quanto l’Oman e i suoi abitanti fossero meravigliosi, provai una grande solitudine artistica». Ogni cambiamento, tuttavia, porta arricchimento. Lo sa bene l’artista che oggi si divide tra la famiglia, le amicizie «miste» – «frequento inglesi, francesi, italiani» – e l’attività di ballerina freelance.

«Dal 2014 viaggio molto per spettacoli e workshop, dall’Australia a New York, passando per Londra e, di rado, l’Italia. Mi piacerebbe tornarci più spesso, ma in Italia è difficile trovare spazio per nuovi progetti, si tende a privilegiare la fama più che il talento». Proprio in nome del talento, Mara Galeazzi non si lascia scoraggiare. Neppure dal Coronavirus che quest’anno le ha fatto perdere quattro ingaggi. «Ora sto lavorando a Evelyn, un balletto ispirato al libro di Nadia Busato Non sarò mai la brava moglie di nessuno, in cui, oltre a danzare, firmo alcune musiche. Si tratta di una love story che tocca temi come la depressione e il bullismo. La gente ha paura di parlarne, ma io voglio portarli in scena. Del resto, l’ho sempre detto che sono una ballerina drammatica!». 

 

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Data di aggiornamento: 06 Novembre 2020
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