Verso nuovi orizzonti di speranza
Siamo spaesati, preoccupati, stanchi. Per molti la vita si è radicalmente impoverita, di affetti e di risorse. Il futuro fa paura e la nostalgia di una «normalità» che non tornerà rischia di lasciarci frustrati e incapaci di imparare da questa drammatica esperienza.
Eppure è un momento straordinario per rendere il nostro quotidiano un grande laboratorio di sperimentazione sociale ed economica. Ci sono esempi virtuosi che non vengono raccontati, e i media hanno la grande responsabilità di una narrazione parziale, concentrata sugli aspetti sanitari ed economici e sulla ripresa dei consumi.
Bisogna rinascere sulle ceneri di una società che non c’è più. Servono parole-guida che aprano cammini percorribili insieme. Una di queste è «speranza».
Papa Francesco nella lettera enciclica «Fratelli tutti» scrive che la speranza è radicata nel profondo di ogni essere umano come «una sete, un’aspirazione, un anelito di pienezza, di vita realizzata, di un misurarsi con ciò che è grande, con ciò che riempie il cuore ed eleva lo spirito». Non lasciamoci corteggiare dalla paura e dallo scoraggiamento! «La speranza è audace, sa guardare oltre la comodità personale… per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa».
La radice sanscrita di speranza (spa) significa «tendere verso una meta»: proiettarsi al di là della situazione, con le sue ristrettezze e urgenze. Prepariamoci allora a scrivere una pagina nuova della storia: sostenuti dalla speranza, apriamo i nostri orizzonti!
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