Benedetta cucina!
«Non so cucinare ma ci provo», è la scritta ricamata sull'inconfondibile grembiule bianco e rosso di Benedetta, la sua «uniforme». Ed è una simpatica battuta: perché Benedetta sa cucinare, eccome, e lo fa anche piuttosto bene, al punto che ormai mezza Italia si mette ai fornelli insieme con lei. Nell’arco di una decina d’anni, Benedetta Rossi è divenuta la stella della cucina sul web, insegnando a tutti ricette semplici, facili e veloci da realizzare, capaci di salvare un pranzo o una cena in maniera brillante e senza ricercatezze strane o esagerate. «Fatto in casa da Benedetta» è il suo marchio di fabbrica. Su Facebook più di 6 milioni di follower «gustano» i suoi video, su Instagram 3 milioni e mezzo, e in tv Benedetta dispensa consigli e manicaretti su Real Time e Food Network. Anche in libreria è arrivata in vetta alle classifiche: i suoi sempre attesissimi manuali (il più recente è Insieme in cucina, edito da Mondadori Electa) hanno venduto oltre un milione di copie. Laureata in biologia, Benedetta Rossi, 48 anni, ha preferito alle ricerche in laboratorio la passione per la cucina, maturata nell’agriturismo di famiglia. E con l’aiuto del marito Marco, mago dei video e dell’informatica, ha trasformato la sua casa nelle campagne della provincia di Fermo nel cuore di un mondo di bontà genuine che la rete porta ovunque. Da attenta food blogger, lei stessa inventa, prova e realizza le ricette che poi propone nei video. E se i piatti riescono bene, alza il pollice in segno di successo. Come il like di Facebook.
Msa. Benedetta, come è sbocciato questo suo amore per la cucina?
Rossi. Da bambina mi incantavo a guardare le mani della nonna e della zia che si tuffavano nella farina e creavano manicaretti. Un giorno ho rubato un uovo dal pollaio e anch’io mi sono messa a impastarlo con la terra...
E poi che cosa è successo?
Crescendo, mi sono dedicata agli studi: prima il liceo classico, poi l’università. Nel frattempo i miei genitori avevano aperto un agriturismo in un casolare, e io davo una mano in cucina e per il servizio ai tavoli. Alcuni clienti ci chiedevano le ricette delle mie torte, così ho avuto l’idea di realizzare dei piccoli video che pubblicavo sul sito dell’agriturismo, per spiegare tutti i passaggi. Venivano visualizzati molte volte e condivisi: la crostata alla ricotta era la più amata.
Era il primo passo...
Sì, mi ha fatto capire che quelle ricette facili erano gradite da molte persone che neppure conoscevo. Eppure è trascorso ancora qualche anno, prima che decidessi di aprire il mio canale Youtube Fatto in casa da Benedetta. È nato dieci anni fa, nel gennaio 2011, con la ricetta della «Giardiniera in agrodolce». Da allora non mi sono più fermata, e ormai ho perso il conto delle videoricette che ho pubblicato.
Come crea le sue ricette?
Parto sempre dal presupposto che devo utilizzare meno ingredienti possibili, e soprattutto quelli che di solito sono già presenti nella dispensa. Con poco, devo riuscire a fare qualcosa di diverso. Prima di filmare il video, le provo tantissime volte per essere sicurissima della riuscita.
A quali valori e principi si ispira? L’autenticità? La genuinità?
Cucino sempre prodotti di stagione e facili da reperire. Amo tantissimo la frutta e la verdura e sono felice quando posso trascorrere del tempo a occuparmi del mio orto. Sono molto attenta agli sprechi, e anche per questo cerco sempre di adottare le dosi standard delle confezioni del supermercato. La mia è sicuramente una cucina accessibile a tutti, in cui chiunque può sentirsi a suo agio sotto ogni punto di vista.
E qual è l’ingrediente che non può mancare in cucina?
Sicuramente la farina: risolve tante situazioni, come un factotum. Si usa per impastare e anche per impanare. Durante il lockdown della scorsa primavera, era addirittura divenuta ricercatissima.
Proprio nei mesi difficili del confinamento lei ha tenuto compagnia alle famiglie con le sue ricette. Ne ricorda una in particolare?
Il video del «pane comodo» è stato visualizzato nove milioni di volte. E credo che tanti abbiano provato a fare il pane a casa propria. Addirittura alcuni mi hanno inviato le foto del «loro» pane, e i bimbi i disegni. Molti commentano i miei video o mandano un saluto, e cerco sempre di rispondere: siamo una comunità. Le mie follower, che io chiamo «le mie signore», sono fantastiche: ma ci sono anche tantissimi uomini bravi in cucina.
Secondo lei, perché oggi la cucina è tornata a essere così popolare? Può essere un riflesso della voglia di casa, di famiglia?
Credo che più che mai durante quest’ultimo anno le persone abbiano riscoperto il valore dello stare in famiglia. Cucinare insieme è un momento magico, di condivisione, di amore. Abbiamo sempre poco tempo da dedicare ai nostri affetti, eppure probabilmente è il nostro desiderio più grande.
Lei è molto legata ai suoi familiari e in particolare a nonna e zia. Che valori le hanno trasmesso?
Sì, sono cresciuta con nonna e zia, donne tanto forti quanto affettuose e generose. Hanno vissuto una vita di sacrifici e di lavoro sempre senza lamentarsi, ma felici e grate per tutto ciò che avevano. La nonna al nono mese di gravidanza lavorava nei campi. Sicuramente da loro ho imparato a essere sempre più attenta alla sostanza che all’apparenza. Sono donne vere, che amano senza interesse e che sono capaci di essere felici per le gioie degli altri. Già da piccola, arrampicata sullo sgabello della cucina ascoltavo i loro discorsi, respiravo il profumo dei loro piatti e imparavo a capire qualcosa di più del mondo. Mi hanno sempre dato tanti consigli e sono state e sono tuttora il punto di riferimento dell’intera famiglia.
Nei suoi video colpisce anche la bellezza del luogo in cui lei abita. Ampi panorami, verde, natura. Che cosa le piace dell’abitare in campagna?
In campagna affondano le mie radici. Sono cresciuta giocando sempre scalza e con i vestiti sporchi d’erba. Probabilmente per noi sarebbe più semplice vivere in città, per tanti motivi, primo tra tutti la connessione! Eppure la campagna, la mia campagna, ha un potere magnetico, mi chiama a sé. Non potrei mai rinunciare alle passeggiate tra i campi di girasole, al fruscio delle foglie del nostro pioppo mosse dal vento, al silenzio e alla luce della mia terra, all’orto e ai fiori, a quella sensazione di libertà e di pace che solo qui, in campagna, riesco a trovare.
Benedetta, lei come definirebbe se stessa?
Sono una persona curiosa, sempre in movimento. E mi piacciono le cose fatte bene. Anche quando lavoro a un libro, voglio che sia pratico e immediato: non deve finire dimenticato su uno scaffale. Io sono così come mi presento, senza filtri, parlo con l’accento marchigiano e non me ne vergogno. Propongo la mia quotidianità, con onestà e senza costruzioni. Forse è per questo che le persone mi sentono come una di casa.
Un progetto per il 2021?
Spero che si possa finalmente tornare ad abbracciarsi. Negli anni scorsi, in occasione dell’uscita di un nuovo libro, trascorrevo tanti fine settimana incontrando le persone che mi vogliono bene e che mi seguono ogni giorno sui social; purtroppo nel 2020 questo non è stato possibile e mi è mancato molto. Ma spero di poter rimediare quest’anno.M
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