Alla scoperta di Aotearoa
Dalle Dolomiti dell’Alto Adige all’architettura fiamminga di Bruxelles, dal mare delle Canarie a quello del Brasile. Dopo una vita itinerante alla scoperta di alcuni dei luoghi più suggestivi al mondo, Luca Montagni ha trovato casa in Nuova Zelanda. Originario di Bressanone (BZ), nato e cresciuto in un ambiente multiculturale (parla sei lingue), amante del surf e dei viaggi, da dodici anni Luca vive ad Auckland, dove gestisce la propria agenzia turistica. Un lavoro, questo, che gli permette di mostrare a viaggiatori di tutto il mondo le bellezze naturalistiche del Paese e l’unicità di uno Stato giovanissimo, la cui storia antecedente al 1840 (anno in cui la popolazione maori firmò un trattato che decretava la Nuova Zelanda parte del Commonwealth britannico) era riconducibile all’Età della pietra.
«Ci sono alcune cose basilari che cerco di trasmettere ai miei clienti: una è la storia breve del Paese» spiega Montagni. Appena duecento anni fa, «prima dell’arrivo degli europei, quasi non c’erano mammiferi, i maori non conoscevano i metalli. Dopo l’arrivo di James Cook le cose si sono messe in movimento. Ai primi dell’Ottocento sono arrivati i cacciatori di foche e di balene» e, dal 1840, le cose sono cambiate rapidamente. Un’evoluzione simile a quella della vicina Australia, ma allo stesso tempo diversa, dal momento che la cultura maori, che sta vivendo ora un vero e proprio «rinascimento», non è stata oppressa alla stregua di quella aborigena. Per la guida bolzanina, i Maori «sono l’energia di questo posto» e uno dei suoi lati più affascinanti.
Un altro punto che Montagni sottolinea ai viaggiatori che s’imbarcano con lui alla scoperta di Aotearoa (il nome maori della Nuova Zelanda) è la bassissima densità di popolazione. «Anche noi in Italia abbiamo dei paesaggi pazzeschi… alcuni laghi di montagna neozelandesi li puoi paragonare al Lago di Garda», la differenza sta nel fatto che quest’ultimo è circondato da costruzioni e centri abitati, con milioni di persone che ci vivono attorno, dove tutto quello che poteva essere fatto c’è già. Ben diversa invece è la condizione nelle isole del Nord e del Sud, dove si vive ancora in pieno relax. «Non c’è accanimento – conferma Luca –, la gente è molto corretta e onesta, le cose funzionano e i diritti sono veri, non solo sulla carta». Perfino far partire un’impresa, a detta sua, è semplice. «C’è un sacco di fiducia tra le persone, il che rende le cose piacevoli e facili».
Certo, tra tanti lati positivi non può mancare qualche neo. Vivere in un altro Paese implica doversi scontrare con un’altra cultura. E così capita di rimpiangere la facilità di interazione che si ha con altri popoli latini rispetto agli anglosassoni. «I valori sono gli stessi – spiega Luca –, ma il modo di arrivarci è diverso». Tutto sommato, comunque, Luca oggi si reputa una persona fortunata. Perché, come ribadisce nel suo sito http://iguideu.travel/, ha il privilegio di accompagnare in tour persone di tutto il mondo alla scoperta di una nazione che vanta qualsiasi sfumatura di verde e azzurro, dove tramonti e albe tolgono il fiato, dove ci sono le stagioni e si può vivere sereni.