Correva il 1996 a Baghdad. In visita all’ospedale pediatrico, fui avvicinato da una giovane madre. Mi supplicò di entrare nella stanza dove era ricoverato il figlio e di fargli una fotografia.
Nel 1988, in una di quelle fredde mattine di gennaio, a lato dell’ingresso della panetteria notai un bambino seduto sulla soglia in pietra di un vecchio portone…
Arriva un Natale che chiede di mettere la commozione al servizio delle nostre migliori energie, per sostenere progetti capaci di servire la vita di ogni bambino.
Ricordiamo che non c’è nulla di più naturale delle paure infantili. Vanno accettate come normali e affrontate con il contatto affettivo piuttosto che con il ragionamento.