In altri tempi, come quelli di Antonio, il viaggio del pellegrino, del mercante, dell’intellettuale era denso di imprevisti vissuti sempre come occasione di apprendimento.
Anno 1522. Un giovane basco trentunenne, Íñigo López de Loyola, che sta vivendo un profondo travaglio interiore, lascia la casa paterna diretto ai santuari mariani del nord della Spagna, e da lì, via Barcellona e Venezia, a Gerusalemme. Íñigo López è Ignazio, sant’Ignazio, il fondatore della Compagnia di Gesù. Su quelle strade e in quei luoghi del nord della Spagna progressivamente capirà sempre meglio a cosa è chiamato, ispirando tanti a seguire le sue intuizioni e diventando un maestro spirituale per tutta la Chiesa.
Dio cammina con noi. E anche Antonio cammina con noi. Per questo, nel giorno della processione di sant’Antonio mi attardo, con gli occhi bassi, a contemplare i piedi di così tanta gente…
«L’uomo peccatore deve pregare il Signore perché lo liberi dalle mani dei demoni; deve supplicarlo affinché spezzi i ceppi delle sue cattive abitudini; deve infine scongiurarlo con tutte le forze affinché lo liberi dalla confusione della mente, resa cieca dal peccato» (Sant’Antonio, Domenica III di Quaresima)