La sala è gremita e il silenzio è di cristallo. In fondo ai gradoni dell’auditorium due donne attendono di parlare. Sta accadendo un evento che fino a ieri si poteva considerare impossibile, inaccettabile, quasi sacrilego.
Sopra al tavolo una carta geografica e una bussola. E poi uno smarthpone di ultima generazione con gps integrato e mappe dall’Himalaya alla Terra del Fuoco, e un orologio con altimetro, profondimetro e altre funzioni.
Frère Michel, 57 anni, canticchia una filastrocca: «Saint Antoine, grand voleur, grand filou, rendez c’est que n’est pas à vous», vale a dire, «Sant’Antonio grande ladro, grande furbo, restituisci quello che non è tuo».