È nello «stare» che si esprime la vicinanza a chi soffre. Lo faceva anche Antonio che, prima di essere il Santo che tutti conosciamo, era stato un uomo capace di condividere il dolore, indicando a tutti l’amore di Dio.
Quell’uomo che tanto tempo fa volle sfidare Antonio, dicendo che avrebbe creduto in Dio se il bicchiere che aveva in mano, gettato a terra, non si fosse rotto, non chiedeva una magia, ma un miracolo.
C’è un amore gratuito e disinteressato che è specchio dell’amore di Dio. E, quando si palesa, compie miracoli, soprattutto se tocca il cuore di chi ha sbagliato.
Gesù nel Vangelo ci ricorda che «dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore». Le cronache del tempo ci raccontano che Antonio ripetè questa frase al funerale di un usuraio...
Antonio, recandosi a parlare con il tiranno Ezzelino, ebbe il coraggio di opporsi a un potere violento e malato. Un po’ come hanno fatto tante persone di buona volontà che hanno saputo dire «no» alle mafie.
«Audaci e creativi» è il titolo del volume curato da Gilberto Borghi e Chiara Gatti, da qualche settimana in libreria. Una panoramica su una Chiesa «in uscita» che non ha paura di sperimentare nuove strade e nuovi linguaggi.