Dove hai messo il tuo cuore?

Gesù nel Vangelo ci ricorda che «dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore». Le cronache del tempo ci raccontano che Antonio ripetè questa frase al funerale di un usuraio. E, in effetti, il cuore di costui fu trovato in un forziere.
13 Settembre 2022 | di

La classe rumoreggiava, e mi servì un sonoro «Buongiorno!» per richiamare l’attenzione. Li conoscevo ormai da cinque anni, e non potevo evitare di essere subito immersa nel discorso che stavano facendo. Una prof, di religione per giunta, non poteva farselo scappare. Una di loro, Sara, era originaria di Lomagna, in Lombardia, lo stesso paese di suor Luisa Dell’Orto, uccisa ad Haiti pochi giorni prima. Stava infatti raccontando ai compagni di averla conosciuta «quella» suor Luisa di cui parlavano i giornali, perché nel suo volontariato si era impegnata in una raccolta fondi per la ricostruzione di «Casa Carlo», la casa di accoglienza che la suora gestiva in una periferia poverissima di Port-au-Prince, ad Haiti. A tratti piangeva, Sara, non riusciva a capacitarsi che fosse stata uccisa in una rapina, proprio lei che aveva dato la sua vita per stare coi bambini di strada, quelli più poveri, che venivano schiavizzati per lavorare o per altri traffici illegali. «Ma che cosa si poteva rubare a suor Luisa? – ripeteva la ragazza come un ritornello –. La sua porta era sempre aperta per tutti i poveri che avevano bisogno… Anche lei era poverissima come loro, aveva scelto di essere come loro!».

Chiesi ai compagni che le stavano intorno per consolarla di sedersi ai loro posti, e li invitai a parlarne tutti insieme. Le idee non erano tutte concordi, pur nel tentativo di aiutare Sara a superare il suo sconforto. «Io credo che se uno fa una scelta di vita così, se lo deve aspettare che possa capitargli ’sta roba. Perché i poveri mica sono generosi per il fatto di essere poveri» affermò Luca, dal fondo della classe. E proseguì: «Anzi, a volte, anche se hanno pochissimo, possono diventare cattivi per cercare di sopravvivere, e possono anche arrivare a rubare per cercare gli aiuti. Mica tutti i poveri sono buoni». Sara reagì indispettita: «Che cosa vuoi dire? Che suor Luisa ha fatto una scelta assurda a vivere così? Lei i poveri, buoni o cattivi, li amava tutti e cercava di aiutarli tutti. Magari l’hanno ammazzata quelli della malavita, non i poveri: che cosa ne sai?». «Se sono attaccati ai soldi i poveri, figurati quanto lo sono i ricchi!». Era la voce di Chiara a parlare, che di solito si sentiva pochissimo, ma Sara era la sua amica e voleva sostenerla.

«Avete sentito che Fedez in un’intervista ha detto che, prima di ammalarsi ed essere operato, il suo obiettivo di vita era avere 200 milioni di euro. Poi ha aggiunto che adesso non gliene frega più niente…». Giulia si allacciò al discorso: «L’ho sentita anch’io quell’intervista: ha detto anche che se arrivi a 200, poi vuoi 300… e così via, non si finisce più. Anche se arrivi al miliardo ti rendi conto che quello non è la fine». «Ecco, Sara si è arrabbiata prima, ma io intendevo dire così sui poveri – replicò Luca –. Si può diventare violenti per il denaro, anche se si è poverissimi! Certo. Fedez e la Ferragni hanno i miliardi, però il modo di ragionare in funzione dei soldi è sempre quello. Io credo che sia importante capire per che cosa vivere. Forse Fedez, con quel tumore che ha avuto, adesso l’ha capito».

Mi sembrò quello il momento per intervenire, sull’assist involontario di Luca: «Avete mai sentito quel versetto del vangelo di Luca in cui Gesù ci ricorda: “Perché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”? Che cosa ne pensate? A che cosa può riferirsi?». «Beh, se stiamo nell’esempio di suor Luisa – rispose subito Giada –, io credo che il suo tesoro stesse proprio nell’amore che aveva per Dio e per quei bambini schiavi, che ogni giorno toglieva dalle strade». La guardai in faccia e vidi che era rossa per la timidezza. Capii che quello che diceva le piaceva molto e avrebbe voluto farlo suo, ma questo desiderio non poteva dirlo direttamente a tutta la classe.«Brava Giada! – dissi –. Quei bambini, infatti, per lei contavano più di tutto il denaro del mondo e forse per questo non aveva così paura delle conseguenze e del rischio di poter morire, come poi è successo. Credo che quel modo di stare con loro riempisse interamente il suo cuore: lì c’era proprio il suo tesoro!».

Le parole caddero in un silenzio di tomba: era uno di quei momenti rari in cui ognuno rimuginava tra sé su quale fosse realmente il tesoro in cui aveva o avrebbe volentieri messo tutto il suo cuore. Vidi trapelare delle emozioni, avvertii delle parole che stavano affiorando di getto e poi, magari per vergogna, venivano ricacciate giù. Allora rincarai la dose: «Sapete, anche molti santi si sono sforzati di vivere per capire quale tesoro volevano e come dare a Dio il posto d’onore all’interno del proprio cuore. Se pensiamo, ad esempio, a sant’Antonio, sappiamo che parlava spesso di questo. Pensate che una volta usò proprio l’esempio di un ricco molto avido che aveva scambiato il proprio cuore con una cassaforte, non avendo così più posto dentro di lui per l’amore per Dio e i fratelli. Ma se io vi chiedessi il vostro cuore dov’è, che cosa mi rispondereste in questo istante? Coraggio, adesso, non domani!».

Ale non aveva ancora parlato. Era uno dei più attenti, e io speravo proprio intervenisse in quel momento. Si spostò sulla sedia, quasi stesse scomodo, e disse a voce bassa: «Io il cuore nei soldi non lo metto proprio. Sì, un pochino ci vogliono per fare le cose, ma non mi interessa essere ricco. Io piuttosto vorrei essere visto dagli altri. Se penso a Fedez, più che altro gli invidio tutta quella gente che lo segue… lì per me è un grande!». Chiara sembrò continuare il suo pensiero precedente e aggiunse: «Sì, e poi, se ci pensi, durante la pandemia Fedez e la Ferragni hanno dato i fondi per costruire quell’ospedale, che emozione pensare a quanta gente aiutavano. In quel periodo li consideravano quasi dei salvatori! A me sono quelle le emozioni che mi riempirebbero il cuore. Cioè, anche più piccole, intendo adatte a me: ad esempio, se i miei genitori tornassero insieme e fossimo ancora una famiglia vera, io credo che proverei molta gioia a stare in casa dopo. Oppure che il mio ragazzo mi voglia bene e mi dica sempre quanto è innamorato di me e mi faccia battere il cuore ogni minuto, e che io poi possa raccontarlo alle mie amiche… Io voglio sentirmi viva in ogni momento!».

«Ma, secondo voi – dissi –, a suor Luisa sarà battuto il cuore in questo senso? Che cosa dici Sara, tu che l’hai conosciuta?». Sara mi guardò, un po’ stupita da quella domanda. Esitò un attimo a rispondermi: «Beh, prof, non è che io la conoscessi benissimo, quando parlava dei suoi bambini era molto dolce, però quando raccontava le difficoltà da superare era forte: io credo che lei si aggrappasse al valore del bene che faceva, anche se non sempre era così piena di emozioni forti e positive!». «Ma se non si provano emozioni speciali, come si fa a dire che si ha un tesoro nel cuore?» Ale lo chiese ad alta voce, una voce troppo alta, che non aveva controllato: sembrava il portavoce della domanda di tutti. «Sentite… – dissi io – che fretta abbiamo? Vi faccio una proposta: scrivetevelo da qualche parte in camera vostra questo versetto del Vangelo, oppure in un posto dove possiate leggerlo spesso. Posso assicurarvi che prima o poi lo capirete dov’è il vostro cuore! Diamoci del tempo, poi ne riparleremo».

Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»! 
 

Data di aggiornamento: 14 Settembre 2022
Lascia un commento che verrà pubblicato