La Parola di Dio è come il pane, che, per essere assaporato nel migliore dei modi, richiede di essere spezzato, masticato, gustato, accompagnato. E, infine, condiviso, affinché la gioia personale divenga gioia di tutti, nell’allegria del comune convivio.
Il Signore Gesù ci porta al cuore della nostra esperienza di Lui, di fede, della nostra esperienza umana. E non solo nel senso che ci porta al centro, al punto più importante, ma anche nel senso che questo centro è appunto il cuore, l’amore.
Ogni essere umano ha in sé, come il fuoco, il potenziale per curare e per ferire. La solidarietà, la fraternità, la mitezza disinnescano l’aggressione e suscitano la compassione che guarisce.
Il testo nasce da un lavoro di Pax Christi International che rilegge la vicenda di Gesù secondo la categoria della nonviolenza. In un clima di scontro (il popolo è sotto la dominazione romana), Gesù compie un’azione politica e pubblica, che viene riconosciuta attraverso sette verbi: prevenire, intervenire, resistere, riconciliare, difendere, costruire e vivere. La sua testimonianza, effettiva e creativa, si compie nel dono della vita (morte in croce) e della pace (prime parole del risorto).
Mentre siamo «imbarcati» in un matrimonio, a volte scoppia la tempesta e pare che Gesù, come nell’episodio evangelico, dorma incurante delle nostre paure e del nostro dolore. Ma è proprio così?