Immaginiamoci in una situazione simile a quella di tanti migranti: sradicati da casa nostra, strappati alla nostra lingua madre, in cerca di un futuro per noi e i nostri cari mossi da disperata speranza. Che cosa faremmo?
Mite è chi sta nel presente senza ansie di controllo e volontà di prevalere. Chi sa creare spazi di accoglienza. Chi sa abitare la terra con gentilezza.
«Gusto e fede», un connubio originale che accomuna strutture ricettive sorte negli anni a Roma, per celebrare, nella gioia di un convivio, prossimità e annuncio della speranza cristiana.
Sentirsi vivi è esercitare la meraviglia, respirare ed essere grati di ogni momento donato. Credere al senso di tutto, anche quando non riusciamo a comprenderlo fino in fondo.