«Il Signore (...) è il giardino del Padre, è la terra benedetta, dove qualunque cosa seminiamo, ricaveremo il centuplo» (Sant’Antonio, Sermoni, V Quaresima 14).
A piedi lungo «l’ultimo cammino» di sant’Antonio, che si snoda da Camposampiero a Padova Arcella, con un gruppo di giovani dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti.
Da oltre un secolo la congregazione religiosa sorta per ispirazione di Charles de Foucauld non ha mai abbandonato la montagna inospitale dove si erge l’eremo di pietra che sovrasta la piana sommitale dell’Assekrem, nel sud dell’Algeria.
Chissà quante volte è capitato di non riuscire ad addormentarsi, di girarsi e rigirarsi tutta la notte. E quando ci sono cose che ci affliggono, problemi, ansie, fatiche, decisioni da prendere, soluzioni che non arrivano, la mattina non arriva mai.
Rock e pop non sono gli unici generi musicali con i quali si può parlare di fede. Lo dimostra don Peppe (don Giuseppe Logruosso) che da anni usa il linguaggio del rap per diffondere il Vangelo e parlare di tematiche sociali con i giovani. Nel nuovo singolo My pass il sacerdote rapper coinvolge molti altri artisti cristiani italiani per ribadire l’importanza dei legami profondi e dell’amore autentico e immutabile di Dio per l’umanità, che non passerà mai. Un brano fresco e coinvolgente.
Al tempo di Francesco la morte era una presenza quotidiana, oggi è allontanata e virtualizzata. L’Assisiate ci riporta alla realtà e ci sprona ad affidarci, perché Sora morte è il culmine della vita.