Dell’umiltà si è detto molto. Ma spesso, soprattutto al giorno d’oggi, la si dipinge come una caratteristica (non certo una virtù) da rifuggire, tipica di persone rinunciatarie, «perdenti». E invece l’umiltà è tutt’altro, come spiega benissimo il libro di Francesc Torralba Roselló, Umiltà. Una virtù discreta. La parola deriva da humus, terra, e sta quindi a indicare un’attitudine molto concreta, che, appunto, ci «radica» nella vita dandoci una solidità che di rinunciatario non ha proprio nulla.
Maria Grazia Cucinotta non è solo una grande attrice, regista, produttrice, presentatrice. È anche, e soprattutto, una persona impegnata da anni nel mondo del volontariato, in particolare a sostegno delle donne vittime di violenza.
Carmen Lasorella non ha certo bisogno di presentazioni: giornalista, anchor-woman del Tg2, inviata di guerra, autrice di reportage, opinionista, saggista, corrispondente da Berlino, direttrice generale di San Marino RTV… e la lista sarebbe ancora lunga. Ma c’è una cosa che Lasorella non aveva ancora fatto: scrivere un romanzo. Racconti brevi sì, ma romanzi no. Ora, con Vera. E gli schiavi del terzo millennio (Marietti 1820), rimedia alla mancanza e lo fa, come si dice, «col botto»: quasi quattrocento pagine di un romanzo in cui gli echi della sua «prima» professione ci sono tutti.
Chi è che non ha mai avvertito il desiderio di scomparire per un po’, di scappare dal rumore del mondo semplicemente per ritrovarsi o per lasciar decantare un evento di quelli che scardinano la vita? «La Silvia», la maestra elementare protagonista dello spettacolare romanzo di Maddalena Vaglio Tanet (classe 1985, di professione scout letteraria, cioè scopritrice di possibili talenti nel campo letterario), non solo avverte questo desiderio, ma decide di darvi seguito.
«Non c’è giorno, da quando so di essere, che non abbia sentito l’esigenza, il bisogno di scrivere. Quasi senza accorgermi». A raccontarsi in questo modo è Marilisa Andretta, autrice della raccolta poetica Nel mormorio del giorno. Niente di strano, se non fosse che Andretta ha dedicato la sua vita a tutt’altro: dopo gli studi classici, infatti, si è laureata in Medicina e Chirurgia e ha fatto l’otorinolaringoiatra e la foniatra per tutta la vita. Salvo poi approdare agli studi di Teologia, per orientarsi meglio, spiega, sulla questione dell’essere umano e di Dio.
L’8 ottobre fa il suo ingresso solenne nella Basilica del Santo monsignor Diego Giovanni Ravelli, Arcivescovo titolare di Recanati, nominato da papa Francesco, lo scorso 27 giugno, anche nuovo Delegato pontificio per il Santuario antoniano.