Solo un pensiero che recuperi la dimensione spirituale (che è più ampia di quella religiosa) può oggi superare le divisioni e prendersi cura delle ferite del mondo.
Viviamo il paradosso di temere la dipendenza nelle relazioni, ma non quella da sostanze o da comportamenti che mettono a rischio la salute, l’equilibrio finanziario, a volte la stessa vita. L’«addiction» si è banalizzata.
L’emergenza climatica non è solo un problema del Nord del mondo, ma tocca anche l’Africa, che spesso non viene considerata, come la figura della giovane ugandese autrice di questo libro, tagliata da una foto scattata a Davos con altri attivisti occidentali. Non per questo Vanessa smette di far sentire la sua voce, anzi realizza dei progetti sostenibili nel territorio e continua la sua attività comunicativa: nel cuore, la passione per la sua gente, a rischio per la crisi ambientale.
Viviamo in un mondo lacerato, dove la contrapposizione è la regola. Come è possibile vivere assieme in una società che non ha più valori e riferimenti comuni, dove ognuno ha la propria verità?
«Il ventunesimo secolo ha avuto, fino a questo momento, un andamento ironico: iniziato in modo quasi solenne all’insegna del mito dell’irreversibilità (della democrazia, del capitalismo, delle organizzazioni internazionali e del “nuovo ordine mondiale” nel suo complesso), gli sono bastati meno di vent’anni per finire immerso in un clima dilagante di insicurezza». Comincia così questo interessante volume di Alessandro Colombo, lettura utilissima per riflettere e per interpretare, almeno in parte, la complessità di questi nostri giorni.
Dal Canada al Belgio, dal Brasile all'Australia, passando per Messico, Stati Uniti, Ucraina e Germania: come trascorrono il Natale gli italiani all'estero?