La storia del Novecento è segnata da violenze, guerre, azioni disumane, ma c’è chi ha cercato di resistere, manifestando il suo desiderio di libertà e di pace. Nel presente testo, di carattere divulgativo ma rigoroso nel citare le fonti, viene proposta la vicenda di Carlo Bianchi, vissuto nella prima metà del secolo scorso a Milano. Nato nel 1912 in una famiglia borghese, nella sua breve vita non si limita a «farsi i fatti suoi» ma, senza venir meno agli impegni di marito e di padre, si dedica alla resistenza fino al sacrificio della vita.
La storia è raccontata da Civil Townsend ed è indirizzata alla figlia adottiva Anne, con l’intento che possa conoscere meglio la storia della madre e del caso che l’ha coinvolta. A Civil, infermiera in un consultorio a Montgomery (Alabama), sono affidate Erica e India Williams, due sorelle di 13 e 11 anni che vivono con il padre e la nonna in una baracca fatiscente. Più che di anticoncezionali hanno bisogni di una vita migliore e dignitosa; per questo si adopera con l’assistente sociale per far avere alla famiglia un appartamento in un altro quartiere.
Magistrato, poi scrittore, drammaturgo e ora librettista. In dialogo con Giancarlo De Cataldo, noto per essere tra i più apprezzati autori italiani di noir e in procinto di debuttare come autore nel mondo della lirica.
«Antonio riconduceva a pace fraterna persone in discordia; ridava la libertà ai prigionieri; faceva restituire le usure e quanto era stato rapito con violenza...» (Vita Assidua 13).
Con il suo recente viaggio nella Repubblica democratica del Congo e Sud Sudan, Francesco ha impartito una lezione alternativa al codice buonista utilizzato nei confronti del continente africano...