A una quindicina di chilometri da Arezzo, la Fraternità della Speranza vive da circa trent'anni in un monastero senza tempo nel segno della condivisione.
Per sant'Antonio restare solo e in silenzio non rappresentava solo una semplice e agognata pausa, ma l'essere presente a se stesso, ai fratelli, alle sorelle e a Dio.
Le feste dei santi, secondo sant'Antonio, non sono per baldorie o per affari, ma occasione di personale check-up spirituale di fronte alla loro statura, come per «tirarci a piombo».