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Strano destino, qui a Rieti, per questi due santi. In molti mi dicono: «Altro che Assisi, doveva essere san Francesco da Rieti». Ma poi mi parlano sempre di Antonio.
La testimonianza di fra Giambo e del suo servizio di condivisione nel «convento di plastica» allestito in una frazione di Amatrice, martoriata dal terremoto.
La «Festa della lingua», segno dell’amore del Santo per l’annuncio del Vangelo, diventa provocazione per tutti e anima del prossimo Meeting francescano per giovani, a Bologna.
Ha un posto tra gli eroi silenziosi che «salvando una vita – come recita il Talmud – salvano il mondo intero». È padre Placido Cortese, frate minore conventuale, servo di Dio, martire.
Alla scoperta del Paese europeo più giovane, per la geografia e l’anagrafe. Eppure qui la devozione antoniana è profonda e radicata, intrecciata all’identità nazionale, e coinvolge non solo i cattolici.