Si insinua in una tranquilla comunità e genera emarginazione, rabbia, violenza. Come quella di cui è stato vittima Matthew Shepard. Lo spiega lo spettacolo teatrale «Il seme della violenza».
Più che un patire, la pazienza è tenacia, costanza, precisione. Mantenendo accesi lo sguardo e la possibilità di sorridere di noi, è sempre possibile farcela.
La società non è una macchina, è un organismo: vive, si trasforma, inventa nuove vie. E non butta via le parti che «non funzionano», ma se ne prende cura.
La pandemia ha aperto una finestra di cambiamento possibile: abbiamo capito che molta della nostra mobilità era superflua e che non solo il consumo ci fa felici.