Bando alla pigrizia!
«Cara Lorena, di recente, con l’acuirsi degli impegni di lavoro, torno a casa sempre più stanca. Non mi va di parlare con nessuno, tantomeno con mio marito. Ceno in pochi minuti e sprofondo sul divano rapita dall’ennesima fiction di bassa lega. Non riesco neppure a seguire un film fino alla fine. E pensare che qualche anno fa ero una cinefila doc, con una passione sfrenata per i film di Ingmar Bergman! Cosa mi sta succedendo? Dovrei preoccuparmi? O forse è solo una fase transitoria? Spero proprio di sì».
Lettera firmata
Cara amica, abbiamo una passione in comune: i film di Ingmar Bergman. Ho dedicato al regista un intero esame all’università, dopo aver divorato tutti i suoi capolavori! Detto ciò, vado al nocciolo del problema. È incredibile, ma tutti, proprio tutti, viviamo soffocati da impegni che ci portano inevitabilmente una stanchezza incredibile. Chissà... Che non vi sia un’azione demoniaca dietro questa corsa agli impegni!
La stanchezza ci sfianca, e non ci fa aprire l’anima. Quando si è affaticati non si hanno le forze nemmeno per sostenere se stessi, figuriamoci gli altri. Anzi, gli altri, molto spesso, sono lo specchio che ci richiama a responsabilità e che, in quei momenti, vogliamo soltanto allontanare. Sono un peso che non riusciamo a tenere e, piuttosto che rallentare i ritmi, a volte, preferiamo nascondere chi ci distrae dagli obiettivi che ci siamo prefissati. Attenzione amica mia! Pericolo!
Gli obiettivi materiali non sono la felicità, sono sirene sorridenti alla distruzione dei sentimenti. Automi, robot, ecco come ci vorrebbe questa società dei consumi. L’antidoto? Intanto guardare con lucidità il modo in cui ci stiamo comportando, e sterzare nella strada della concretezza spirituale. Già il fatto di scrivere questo tuo disagio è un passo avanti, ma non basta. Dialogare con tuo marito, regalargli un abbraccio nonostante la stanchezza, non ha prezzo. Sorridergli raccontandogli, per esempio, la voglia di tornare a divertirsi nonostante il lavoro, è un primo escamotage. Farlo davvero, è poi la soluzione. Non può essere il lavoro a mangiare noi. Noi dobbiamo mangiare attraverso il lavoro. E non è vero che successo e famiglia non possono coincidere perché è esattamente il contrario.
È l’amore a darti la spinta che fa la differenza sul raggiungimento degli obiettivi. Non puoi mangiare in pochi secondi, primo perché ingrassa e fa male, secondo perché la condivisione della tavola è qualcosa di sacro. Ti addormenti di fronte ad un film? Cambia ritmo, anche se sei stanca, inventati una passeggiata prima di tornare a casa. Cambia stanza rispetto al tuo ufficio, regalati un po’ di relax, e soprattutto di distacco dagli impegni professionali. Ritrova una complicità con tuo marito, all’inizio ti sembrerà strano, ma poi ti renderai conto che, in fondo, lavorare e nutrire la vita familiare non è così impossibile.
La vita è bella, e oltre al piacere di poltrire, c’è quello dell’incontro, delle relazioni con gli altri. Appena puoi, dunque, organizza serate con amici, almeno una alla settimana, e vedrai che la quotidianità acquisterà una verve nuova.