Condivisione: la mano tesa di Dio
L’immaginetta raffigurante il Santo l’ha custodita gelosamente tra i ricordi di una vita. E ancora lo accompagna. Franco, 90 anni, occhi di un azzurro acceso, dalla vividezza straordinaria, sei figli, ha trascorso l’esistenza a lavorare la terra. Appartiene a una famiglia numerosa: dodici fratelli accuditi da mamma Anna con amore, pur tra gli stenti provocati dalla seconda guerra mondiale.
Il piccolo ritratto di Antonio, sgualcito dal tempo, lo rappresenta con il Bambino in braccio e il Vangelo. Nella mano destra un pezzo di pane. «Me l’ha consegnato papà Federico (classe 1896) – racconta Franco – prima di partire per il fronte». L’illustrazione rimanda al «pane dei poveri», tradizione ancora attuale che si riallaccia a un fatto miracoloso attribuito al Santo.
Per Franco è da sempre il segno concreto della solidarietà e della condivisione nel nome di Antonio. «Papà me la mise nel taschino mentre si congedava dalla famiglia (io ero il figlio più grande) partendo per la chiamata alle armi. Mi disse: “Tienila sempre con te. Prega il Santo. Invocalo nei momenti di difficoltà, lui vi aiuterà”. Da quel momento ha imparato a conoscere sant’Antonio, la sua vita, il bene compiuto durante la sua esistenza e poi, nei secoli, i tanti miracoli quotidiani. La guerra ha portato carestia, sofferenza. Eppure il Santo è stato una figura sempre presente, che ci ha aiutato ad affrontare momenti difficilissimi: bocche da sfamare, bimbi da proteggere dal furore delle bombe. Nonostante tutto - continua - si riusciva a gestire il desco. Le poche cose frutto della terra e qualche uovo venivano sempre condivise con le famiglie vicine che non avevano nulla da mangiare. Quando la legna scarseggiava ci si ritrovava in stalla, dove il calore degli animali contribuiva a stemperare il clima dell’inverno».
Così la tavola diventava anche altare, con quell’immaginetta del Santo appoggiata con cura su una mensola, vicino a una candela accesa. Franco ricorda le preghiere a sant’Antonio, tra il vociare dei più piccoli, per il padre e i tanti genitori al fronte. «Nella mia vita ho imparato che il Santo non ti abbandona mai – confida –. Mi ha insegnato a condividere quel poco che si ha. Cerco di farlo tuttora. Insieme a mia moglie, ho cresciuto i miei figli rendendoli consapevoli che la devozione a sant’Antonio si vive anche nella pratica della carità. Che è la mano tesa di Dio».
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