Creme solari: proteggiamo la pelle, ma anche gli ecosistemi marini

Attenzione alla scelta della crema solare! Alcune protezioni contengono sostanze chimiche che possono danneggiare gli ecosistemi marini e, in particolare, i coralli.
17 Giugno 2025 | di

Con la stagione estiva, la scelta della crema solare adatta diventa un tema caldo non solo per la protezione della pelle, ma anche per la salute dei nostri mari. Forse non tutti sanno che alcune protezioni contengono sostanze chimiche che possono danneggiare gli ecosistemi marini e, in particolare, i coralli. Tra quelle ammesse in commercio, alcune contengono particolari filtri UV chimici (come l’ossibenzone e l’octinoxate) che sono stati segnalati per la loro capacità di sbiancamento dei coralli, arrivando a inibirne la crescita e a ucciderli. Inoltre, si registra come essi possano causare squilibri ormonali in numerosi organismi marini, compromettendone la capacità di riproduzione.

Riconoscendo questa minaccia, Stati come Palau e le Hawaii sono stati tra i primi ad adottare provvedimenti legislativi che vietano la vendita di creme solari contenenti tali «ingredienti». Questa decisione pionieristica è stata successivamente seguita anche da altri Paesi (in particolar modo quelli nei cui mari si trova la barriera corallina) al fine di proteggere i delicati ecosistemi corallini delle isole, vitali per l’economia locale e la biodiversità marina. In attesa che una norma del genere venga estesa ovunque, ognuno di noi può verificare sulle etichette che i prodotti non contengano sostanze nocive per l’ecosistema. Ad aiutarci in tal senso, molti prodotti ora indicano esplicitamente di essere «reef-safe» o comunque compatibili con la salvaguardia dei coralli. Un piccolo, ma significativo, passo che ognuno di noi può compiere per la protezione dei nostri mari e delle specie che ospitano. 

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Data di aggiornamento: 17 Giugno 2025
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