Custodire la terra

Coldiretti, Cooperativa Adan, Ce.St.Ri.M. e Comune di Sasso di Castalda uniti per la rinascita agricola, e non solo, del territorio. Un progetto a difesa della terra e delle aree più marginali che i lettori potranno sostenere tramite Caritas sant'Antonio.
22 Marzo 2021 | di

Erbe officinali, fiori, piante aromatiche. Quando Raffaella ne parla, le si illuminano gli occhi. La descrizione è un racconto in versi, una musica di odori e profumi, di fatica e di sogni. Raffaella Irenze, 35 anni, è tornata alla sua terra per custodirla.

Se n’era andata via dal paese, Melfi (PZ), cercando fortuna altrove, lontano da un territorio le cui opportunità, soprattutto per i giovani, sono pressoché nulle. La montagna lucana è luogo sempre più marginale, incolto, abbandonato.

E oggi la pandemia, che sta bloccando interi comparti e aspirazioni di rilancio, rischia di mettere in forse il suo progetto che ha un grande respiro sociale, tanto da essere scelto da Caritas sant’Antonio nell’ambito di Antonio 2020-2022.

A fianco di questa giovane imprenditrice agricola, referente regionale di Donne Impresa Coldiretti Basilicata e dell’associazione Civiltà Contadina-Sud Italia per la salvaguardia della biodiversità rurale e lei stessa seed saver, cioè custode di semi, ci sono altri giovani contadini.

Insieme con la Cooperativa Adan, Ce.St.Ri.M. e il Comune di Sasso di Castalda hanno avviato un progetto sociale per dar vita a un percorso che ingloberà tutto il territorio regionale nella produzione di erbe officinali. Coinvolti piccoli Comuni, zone rurali e svantaggiate, aziende agricole (duramente colpite dal covid-19) e associazioni.

L’obiettivo è partire proprio dalle piccole realtà locali per conservare aree ad alto valore naturale, salvaguardando e valorizzando la biodiversità legata al paesaggio rurale, mantenendo o ripristinando la diversità del mosaico ambientale tipico di queste zone.

Nell’ambito di tali obiettivi, Coldiretti Basilicata si è posta la questione di che cosa fosse necessario fare per consentire alle comunità rurali, e quindi all’agricoltura, di giocare con successo un nuovo ruolo. Per rispondere all’interrogativo e dare vigore alla rigenerazione condivisa del territorio, sono stati avviati progetti come quello di cui parla Raffaella.

«Podere Malvarosa è la mia azienda agricola multifunzionale – racconta –, una piccola realtà familiare che si è rinnovata quando ho acquisito l’azienda dopo il mio rientro in paese. È situata in agro di Melfi, nella frazione di Leonessa. Già i miei nonni producevano l’olio extra vergine di oliva e il grano, proprio come stiamo facendo oggi.

Ma con il mio arrivo in azienda abbiamo iniziato a produrre anche erbe officinali e fiori per la ristorazione, oltre a ortaggi e frutta per la vendita diretta. Sono socia di Coldiretti, e responsabile regionale Donne Impresa, ed è con loro che è nato il primo progetto sulle piante aromatiche a cui ho preso parte. Un progetto di filiera che permetterà a me e ad altre aziende di produrre aromi per la liquoristica tipica locale».

Partendo da questa esperienza, Coldiretti ha avviato un progetto sociale lavorando insieme alla Cooperativa Adan, al Ce.St.Ri.M. e al Comune di Sasso di Castalda. «Vorremmo dar vita – prosegue Raffaella – a un percorso che ingloberà tutto il territorio regionale per la produzione di erbe officinali. L’idea di realizzare a breve un laboratorio nel Comune di Sasso di Castalda nasce perché crediamo in una sinergia tra le imprese agricole giovani; la cooperativa sociale ci permetterà di coinvolgere i piccoli comuni, le comunità e le zone svantaggiate, recuperando i terreni marginali dove le aziende, insieme ai ragazzi del progetto sociale, potranno dedicarsi alle erbe dalla produzione alla trasformazione». Per Raffaella è un piccolo sogno che si realizza.

«Ho studiato Tecniche erboristiche e lavorato per un laboratorio erboristico prima di rientrare a Melfi. Ma la messa in pratica dei miei studi stava diventando difficile perché il progetto, per una piccola azienda come la mia, non era fattibile. Questa proposta mi permetterà di entrare in laboratorio come tecnico per poter lavorare e seguire i ragazzi della cooperativa sociale nell’apprendimento del lavoro con le erbe officinali».

E in tutto questo non mancherà il supporto che Caritas sant’Antonio darà all’iniziativa, proprio per ricordare il passaggio di Antonio, 800 anni fa, lungo queste terre. «La natura – conclude Raffaella – è parte della nostra identità. Solo attraverso nostre azioni concrete si potrà ricreare un luogo accogliente per tutti i giovani che oggi sono costretti a emigrare, come ho dovuto fare anch’io da ragazzina».

Segui il progetto su www.caritasantoniana.it

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Data di aggiornamento: 24 Marzo 2021
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