Due angeli in famiglia
Giovedì 7 luglio 2016. Ore 17. Il cellulare squilla più volte. Claudia è a casa. Volge l’ennesimo sguardo alle sue due figlie, nella cameretta, e si dirige verso il salotto per rispondere. «Buonasera, parlo con la mamma di Lucia e Chiara?», dice una voce. «Sì, chi è?», risponde. «Ciao, sono papa Francesco». Passano alcuni, interminabili, secondi durante i quali Claudia cerca di riprendersi dallo stupore e dall’emozione. Non è uno scherzo. In quelle primissime parole riconosce una voce tanto lontana quanto familiare: quella del Papa.
Dopo un minuto cade la linea. Ma lui la richiama subito. Il dialogo tra i due dura cinque minuti. Momenti intensi, indimenticabili. Incredulità e gioia lasciano spazio alla commozione. Commozione che mamma Claudia non riesce a nascondere ancora oggi quando racconta quel momento. «Oggi – continua il Papa – ho ricevuto il video degli alunni e la lettera con le foto di Lucia e Chiara. Mi sono emozionato nel vedere ragazze così serene, gioiose, solari», confida papa Francesco. «Lo sa, accettare questa situazione non è da tutti. Lei ogni giorno compie gesti eroici».
Mamma Claudia è emozionata. Le scende qualche lacrima. Con la dignità e l’immenso amore che accompagna ogni sua giornata, risponde: «Sono una mamma, Santo Padre, e tutte le mamme fanno questo». «Abbiamo parlato dell’amore – aggiunge Claudia –, che è la prima medicina per i miei due angeli. E il Papa mi ha dato ancora più forza, mi ha incoraggiato a continuare in questa mia particolare esperienza di madre». A conclusione della conversazione, mamma Claudia chiede al Papa di pregare per lei. Ma lui risponde: «Siete voi che dovete pregare per me».
Due ragazze dai «superpoteri»
Chiara e Lucia Cotellessa, 18 anni la prima e quasi 20 la seconda, abitano con mamma Claudia e papà Nicolino a Lanciano, provincia di Chieti. Sono affette da una malattia rara che le ha portate a disabilità gravi. Non riescono a muoversi, né a parlare. «Ma parlano con gli occhi e con la mimica del volto. Comunicano con il mondo esterno attraverso il sorriso. E ci insegnano che la vita è bella anche nel dolore», confida Claudia con tono disarmante.
La loro abitazione è a poche centinaia di metri dalla scuola. Capita spesso che i ragazzi, a gruppi di quattro-cinque, usciti dalle lezioni, suonino al loro campanello. Portano entusiasmo e simpatia. E tanta fantasia. Ad attenderli Chiara e Lucia, due vite all’apparenza fragili eppure importanti per gli amici. Un saluto veloce a mamma Claudia, poi dritti verso la loro cameretta. Qui inizia la festa. Perché di festa si tratta: nessun momento è noia, tristezza, ma gioia contagiosa. Dove tutti donano e ricevono. In una miscela di suoni, musica, gesti. Gli occhi si incontrano e i sorrisi parlano. Chiara e Lucia rispondono con sguardi compiaciuti. E con il chiasso del loro cuore, che abbraccia tutti.
I ragazzi sono gli alunni delle classi quinte A e B della scuola elementare «Olmo di Riccio» e della seconda media dell’Istituto comprensivo «Don Milani». A loro è andato il «Premio della bontà Sant’Antonio di Padova», 42a edizione, per la sezione multimediale. «Il cortometraggio contiene una lettera narrata – spiega la maestra Angela Di Castelnuovo –, nella quale gli alunni raccontano i loro cinque anni accanto a due amiche speciali: Chiara e Lucia.
La strada per un mondo migliore
«Dal primo giorno che siamo entrati nella loro casa – confidano i ragazzi –, ci siamo accorti che giocare insieme è molto speciale e ci rende molto felici. Riusciamo a ridere e a parlare con loro attraverso gli sguardi. I loro occhi sono veramente bellissimi. Sono due bambine con superpoteri, una dolcezza infinita, una forza interiore incredibile e un coraggio che solo loro possono avere».
La storia di Chiara e Lucia e dei loro compagni di scuola è una storia di condivisione e di amore. Una storia nella storia, dove l’amicizia e la solidarietà degli alunni di due intere classi è diventata prassi quotidiana per tutta una comunità scolastica e per le stesse famiglie dei ragazzi. «Chiara e Lucia sono due angeli meravigliosi e hanno incontrato compagni di scuola speciali», conclude mamma Claudia. È la testimonianza di quanto l’amore possa cambiare qualsiasi situazione. Anche quelle ritenute difficili o impossibili. Un amore ricevuto e donato. Che trasforma e ricrea. Contagia. Non esclude. E che va controcorrente, in un mondo fatto di classifiche ed egoismi.