Questo brano del Vangelo ci provoca. Perché ci mostra quanto tutti, in famiglia, siamo assetati di riconoscimento e come spesso agiamo al fine di ottenerlo. Mentre la strada da percorrere è un’altra.
Il Vangelo ci insegna ad amare la fragilità, quella che abita dentro di noi così come quella dei nostri cari. È la parte bambina che ci appartiene e che spesso rifiutiamo. Amandola, invece, amiamo Dio.
La cronaca è piena di episodi di sopraffazione e violenza compiuti da adolescenti sui più deboli, con forme di cinismo che sconvolgono. Perché sta succedendo e come porvi rimedio? Ecco perché la lezione di don Bosco è valida anche oggi.
Ogni sabato, che sia estate o inverno, che faccia caldo o freddo, ci sia il sole o la pioggia, un gruppo di persone non più giovanissime, italiane e straniere, si ritrovano in un bar del vicentino per condividere un caffè e conversare.
Cerchiamo di non distogliere mai lo sguardo dalla nostra «rosa». Per lasciarci sedurre dalla sua bellezza e raggiungere così mete importanti, senza farci spaventare da fatiche e delusioni.
I pregiudizi ostacolano il compiersi del bene, perché creano una «visione tunnel» che orienta il nostro sguardo alla ricerca degli elementi che confermano la nostra idea, e ci rende ciechi a tutto ciò che la mette in discussione.