Esodo. Storia del nuovo millennio
«Parti intere del mondo si svuotano, di uomini, di rumori, di vita. Percorro squarci sterminati di Africa e di Medio Oriente e scorgo soltanto deserti e sterpaglie». Inizia così l’ultimo lavoro di Domenico Quirico, inviato de «La Stampa». Una cronaca, attenta e fedele, dei tanti viaggi fatti in compagnia dei migranti.
Un lungo cammino che parte dagli stessi luoghi in cui partono, sostano e si riversano uomini, donne e bambini senza più una terra, una famiglia e spesso anche senza più un’anima. Un racconto in presa diretta di un Esodo che sta già mutando il mondo e la storia a venire.
Il giornalista ha seguito tutte le vicende africane degli ultimi vent’anni dalla Somalia al Congo, dal Ruanda alla primavera araba. Un viaggio nei Paesi dove tutti quelli che possono mettersi in cammino partono e non restano che i vecchi. Da Melilla, l’enclave spagnola che si stende ai piedi del Gourougou, in Marocco – dodici, sonnolenti chilometri quadrati cinti da un Muro in cui l’Europa è, visivamente, morta – fino alla giungla di Sangatte, a Calais.
Un grande esilio che ridisegna il futuro e interroga una terra, la nostra, che non può più essere quella di prima. E interpella un’Europa, ma non solo, che non può rimanere indifferente perché, come conclude Quirico: «abitanti di un mondo in declino, trepidiamo soltanto per la nostra ricchezza, proprio come i popoli vecchi, le civiltà al tramonto. E non ci accorgiamo che nelle nostre tiepide città, in cui coltiviamo la nostra artificiale solitudine, vi sono già alveari ronzanti, di rumore e di colore, di preghiera e furore. Il mondo di domani».