Gocce di carità
Nel centro storico di Napoli, location di fiction in cui la solidarietà è protagonista (basti pensare a Mina Settembre, ideata dalla penna di Maurizio De Giovanni, storia di un’assistente sociale perennemente impegnata a risolvere i problemi degli altri), non mancano storie vere di solidarietà. Al numero 51 di via Vergini, nel quartiere Sanità, c’è un luogo che, tra palazzi in stile barocco, bancarelle di vestiti e frutta, offre e genera speranza. Nello storico complesso dei Vincenziani ha sede, infatti, la farmacia solidale «Gocce di carità», opera sociale della Chiesa napoletana, dove, chi ne ha necessità, può ottenere gratuitamente un farmaco, un aiuto o un consiglio medico da chi ha scelto di dedicare tempo e professionalità agli ultimi.
«Nel 2015, la Chiesa di Napoli con il suo cardinale, Crescenzio Sepe, si chiedevano come migliorare l’assistenza ai poveri. Contestualmente io, che all’epoca ero volontaria della Caritas diocesana, lavoravo in una farmacia nella quale talvolta entravano persone che non avevano nemmeno i soldi per le medicine». Pensare quindi ad aiutare proprio chi non aveva la possibilità di curarsi fu una logica conseguenza, racconta la dottoressa Bianca Iengo, che incontriamo nella breve pausa tra un paziente e l’altro. Farmacista dirigente dell’Asl Napoli 2 Nord, Bianca Iengo, specialista in farmacologia, impegnata in ambito oncologico, dopo gli studi e un cammino di fede, ha scelto di consacrarsi nell’Ordo virginum. E oggi è responsabile di questa perla di solidarietà.
Il presidio solidale «Gocce di carità» è nato così, dalla collaborazione tra l’Ordine dei farmacisti, l’arcidiocesi di Napoli, l’Unione cattolica dei farmacisti italiani, i missionari Vincenziani e Federfarma, che si sono adoperati per un progetto davvero unico, mettendo in collegamento benefattori, da un lato, e chi si trova nel bisogno, dall’altro. «“Gocce di carità” promuove la dignità e la cura della persona attraverso accoglienza e assistenza sanitaria», chiarisce la dottoressa. La dignità di chi è in fila, con o senza prescrizione medica, ha sempre la precedenza. C’è chi, lasciata dal marito, non sa come aver cura dei figli; chi, disoccupato, dorme nei vicoli di Napoli o, ancora, chi, grazie al passaparola, dopo aver sperimentato il rifiuto, qui ha trovato un luogo dove viene finalmente accettato per quello che è. Nessuno chiede a chi giunge alla farmacia solidale quale religione professi, quali siano le sue convinzioni politiche o da dove arrivi. Tutti sono benvenuti tra queste mura. Può suonare il campanello la vecchietta che ha bisogno di un parere sulla medicina che ha acquistato così come chi non ha i soldi per comprarla. Non mancano, ovviamente, storie di povertà e di violenza, così come il bisogno di quanti, scappati da Paesi in guerra, non sanno a chi rivolgersi.
«Medici e volontari riescono a risolvere situazioni delicate», sottolinea ancora la responsabile. Un convegno svoltosi in occasione delle celebrazioni per i 10 anni di attività ha portato alla luce numerosi episodi di solidarietà avvenuti in via Vergini. La testimonianza di chi viveva in strada e oggi è un volontario ha rivelato come sia possibile cambiare vita. Perché qui gli utenti vengono accompagnati dai volontari nel delicato passaggio da una situazione di bisogno alla capacità di prendersi nuovamente cura di sé.
Non solo farmaci
I volontari sono una parte importantissima del progetto. Sempre in costante aumento, sono persone di tutte le età e provenienze: dai consacrati agli operatori socio-sanitari (Oss), dai medici alle casalinghe. Si occupano di accogliere chi arriva, di preparare le borse con i farmaci, di classificare al computer il materiale ricevuto. Non solo. Raccolgono e distribuiscono, oltre ai medicinali, alimenti, vestiti, e prodotti per l’igiene. Gestiscono il servizio mensa e la cucina funzionanti nel complesso Vincenziano. Per questo la loro formazione è un aspetto molto importante per questa realtà solidale. Il bene va fatto bene. Da qualche tempo, per esempio, è stato avviato il corso «In_Formazione Lab» proprio per preparare i volontari della cura.
Inoltre, la farmacia solidale si è aperta al dialogo con le scuole e le università, per creare un luogo in cui scoprire come si sta accanto alla persona che soffre e interpretare i bisogni che essa rivolge agli operatori. In particolare, si è consolidata la collaborazione con il dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II: dal 2022 è stata realizzata una serie di eventi formativi, come, per esempio, il percorso «Volontari della Salute» che si rivolge in particolare a giovani e studenti. E sono ancora tante le idee in cantiere. «Accogliamo circa 1.200 persone al mese, per questo abbiamo scelto di prenderci cura innanzitutto della relazione con la persona, e, dove è necessario, anche dell’intera famiglia», rimarca Bianca Iengo. Spesso sono famiglie numerose, con una media di 3 figli, a volte senza il papà. Gli spazi dell’Istituto in cui ha sede la farmacia sono luoghi di prossimità, di cura, ma anche di amicizia: «Ci impegniamo a offrire il più alto grado di risposta amorevole e terapeutica ai bisogni delle persone che a noi si rivolgono» ribadisce ancora la direttrice.
Nel fabbricato di via Vergini 51 è attivo anche un laboratorio di sartoria solidale («La Fabbrica della Pace»), dove è stato avviato un percorso di educazione a favore di giovani donne vittime di maltrattamenti, grazie al quale esse realizzano (e poi vendono) delle borse. Con il nuovo lavoro potranno ripartire assieme ai figli, ritessendo anche i punti più difficili della loro esistenza. Anche questa esperienza è parte di un viaggio che, grazie all’accoglienza e all’ascolto di chi bussa al cancello dei missionari Vincenziani, permette a chi si trova in difficoltà di riscoprire il rispetto per se stesso, sconfiggendo isolamento e depressione. Nella stessa ottica si muove anche «l’hub vaccinale inaugurato dall’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia – informa ancora Iengo –. Qui non vengono solo somministrati vaccini a uomini e donne che non riescono ad accedere ai normali piani di prevenzione, ma ci si occupa di monitorare più da vicino i più deboli: i bambini. Per loro è stata pensata anche un’ulteriore attività: “Bimbi al mare, più sani... più tuffi”. Si tratta di un campo estivo per ragazzini dai 3 ai 14 anni, di varie nazionalità. Ci siamo ritrovati, durante le vacanze estive, in un parco acquatico dove abbiamo condiviso giochi e progetti di pace, perché è proprio con i piccoli che possiamo piantare semi di speranza». Sono arrivati 80 bambini e bambine, molti dei quali non erano mai andati in piscina o al mare. «Chi ha contribuito? Chiunque, anche con poco, permettendo ai bambini di scoprire com’è bello stare assieme», sottolinea ancora Bianca Iengo.
Ma il raggio di azione della farmacia solidale si estende anche fuori Napoli. Non solo si è riusciti a coinvolgere quartieri periferici della città, come Scampia, ma farmaci e beni di prima necessità sono partiti anche per Paesi in difficoltà: dall’Ucraina al Kosovo, dal Libano al Camerun, al Madagascar. «Abbiamo inviato anche in Guatemala medicine e strumenti sanitari» conclude soddisfatta la responsabile, raccontando come padre Angelo Esposito (sacerdote fidei donum della Chiesa napoletana, che vive nella nazione centramericana) possa ora assistere i bambini indigeni con gli ecografi fatti giungere da Napoli a Tacanà. In definitiva, la farmacia di via Vergini è diventata ormai un punto di riferimento per un’intera città, Napoli, che, seppure negli ultimi anni ha visto aumentare (oltre al turismo) i nuovi poveri, rimane pur sempre una città accogliente, dove le luci della cultura non spengono le ombre della sofferenza. Una città che non chiude mai le porte a chi chiede aiuto, continuando a offrire gocce di solidarietà.
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