I Magi in visita a Milano
Da Firenze a Milano. Dalla Galleria degli Uffizi al Museo Diocesano Carlo Maria Martini. È il trasloco temporaneo (fino al 2 febbraio 2025) che quest’anno, in vista del Natale, ha affrontato la grande tela di Sandro Botticelli (Firenze 1445 -1510) L’Adorazione dei Magi (realizzata intorno al 1475). Curata da Daniela Parenti, curatrice della Pittura del Quattrocento delle Gallerie degli Uffizi, e da Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano, l'esposizione è nata in seno all’iniziativa «Un capolavoro per Milano», una rassegna che, giunta alla sedicesima edizione, porta ogni anno nel Museo Diocesano lombardo una nuova perla artistica. Quest’anno è toccato, dunque, a un vero e proprio simbolo del Rinascimento italiano. Ma c’è di più… «Il tema dei Magi riproposto da Botticelli con grande raffinatezza ci è particolarmente caro – spiega Nadia Righi –: il Museo fa parte del Complesso di Sant’Eustorgio, nella cui basilica sono conservate le reliquie dei Santi Re Magi, da sempre oggetto di devozione da parte dei milanesi».
«L'Adorazione dei Magi di Botticelli, dipinta per l'altare di Gasparre da Lama situato nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze, è un'opera capace di narrare molte storie, oltre a quella dell'Epifania – aggiunge Daniela Parenti –: testimonia l'estro compositivo e l'abilità ritrattistica di Botticelli, in piena ascesa sulla scena artistica all'epoca dell'esecuzione del dipinto, nella prima metà degli anni Settanta del Quattrocento; tramanda la memoria del suo ambizioso e sfortunato committente, Gasparre da Lama, che per un eccesso di cupidigia fu poi condannato e privato delle ricchezze; celebra la grandezza dei Medici, i veri protagonisti della raffigurazione; infine ci parla di intrighi di corte che determinarono, nella seconda metà del XVI secolo, l'ingresso del dipinto nella collezione del granduca di Toscana Francesco I».
Dal nome del committente – Gasparre – viene, dunque, la scelta del tema della tela. Tema che peraltro rimanda anche alla Compagnia dei Magi con sede a San Marco, a Firenze, della quale i Medici erano ferventi sostenitori. Non a caso, dipinto ai piedi della Vergine Maria sta un re in tutto simile a Cosimo il Vecchio, mentre gli altri due Magi ricordano i suoi figli Piero il Gottoso e Giovanni. Per non parlare di Lorenzo il Magnifico e Giuliano che sarebbero riconoscibili tra la folla raccolta intorno alla scena.
Ma non sono solo i personaggi a rendere unica la tela del Botticelli. Basti considerare la straordinaria varietà di dettagli architettonici e naturalistici che incorniciano l’opera d’arte… «Questa abbondanza di particolari, di pezzi di pietra e di colonne che fanno da sfondo all’Adorazione, mi ha fatto nascere questa domanda – ha commentato durante l’inaugurazione della mostra l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini –. Il “Capolavoro per Milano”, infatti, avrebbe l’ambizione di essere non soltanto un’opera interessante con la possibilità di poter essere ammirata a Milano per un certo periodo, ma un messaggio per la città: un invito alla vigilanza. Chiediamoci che cosa tiene in piedi una città che continua a essere motivo per la voglia di vivere, di futuro, di costruire. Questa immagine ci dice che c’è un punto di riferimento, Gesù, una vita nuova che nasce e che è promettente, come sottolinea nella tavola, la presenza di un pavone, simbolo di vita eterna».
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