Il futuro dell’Ucraina
Il Razumkov Centre di Kiev pubblica ogni anno un rapporto sulla situazione dell’Ucraina. Nell’ultimo, accanto all’eterno conflitto con la Russia e alle riforme, trova spazio un dato nuovo: il 61 per cento dei cittadini ucraini ha «molta» o «abbastanza» fiducia nelle organizzazioni non governative e il 20 per cento è disposto ad affidare alle ong la rappresentanza dei propri interessi nei processi socio-politici locali e nazionali.
È un risultato interessante, perché evidenzia il risveglio delle coscienze individuali in un enorme spazio umano dove per decenni, anche dopo la fine dell’Urss, collettivizzazione e dipendenza dal potere sono state una regola. Ma anche perché l’Ucraina ha molto bisogno che tale coscienza si diffonda e agisca.
Il Paese è ancora inchiodato al conflitto con gli indipendentisti filo-russi per il controllo del Donbass. Gli scontri sono diminuiti, la guerra è diventata «a bassa intensità», ma stiamo comunque parlando di almeno 10.300 morti in quattro anni e di uno spreco enorme di risorse. Dopo il rivolgimento di Maidan del 2014, l’Ucraina ha puntato tutto sull’inserimento nel sistema economico dell’Europa occidentale. Ormai solo il 9 per cento degli scambi commerciali viene realizzato con la Russia (era il 25 per cento prima di Maidan) e il 40 per cento delle esportazioni ucraine viene avviato verso Paesi dell’Unione Europea. Un risultato su cui ha molto influito l’abolizione del visto per l’ingresso nello spazio UE, accordata nel giugno del 2017.
Il vero freno a questo processo, però, non sono i «nemici» esterni, ma quelli interni. Tra questi, il più insidioso è la corruzione che regna quasi sovrana. Lo European Council on Foreign Relations ha pubblicato, all’inizio di quest’anno, un rapporto intitolato L’Ucraina alle soglie della cleptocrazia, in cui incitava le autorità europee, che al Paese offrono sostegno politico e finanziario, a essere meno indulgenti con i vizietti dei leader ucraini, concludendo che «con l’attuale classe politica al potere, non c’è futuro europeo per l’Ucraina».
Nel 2019, inoltre, il Paese affronterà le elezioni politiche e presidenziali. Per questo i dati sulla fiducia nelle ong sono importanti: il bisogno dei cittadini di controllare il proprio destino è un buonissimo segno per le sfide presenti e future.