Il matrimonio è un inganno?
Per me e per mia moglie Chiara, in quanto referenti dell’Oasi Famiglia di Camposampiero, non è sempre facile stare di fronte alle molte coppie che si rivolgono al nuovo centro di ascolto per un aiuto alla loro relazione in crisi. Conducendo come coppia i primi colloqui di conoscenza, ci troviamo ad ascoltare il racconto di giovani speranze che a volte lentamente e a volte nel giro di poco tempo sono crollate, lasciando il posto a sofferenze personali profonde, intense, talmente dense che sembra che l’aria della stanza in cui ci incontriamo sia momentaneamente scomparsa per lasciare il posto a una sostanza gelatinosa e fumosa che non ti lascia respirare.
Il peso che il nostro cuore deve portare a volte è molto e, umanamente, non nascondo che viviamo qualche momento di sconforto. Nascono in noi domande che adombrano anche il nostro stesso rapporto di coppia: ma è realmente possibile vivere un amore tra un uomo e una donna? È solo un’illusione il matrimonio? È un inganno che porterà prima o poi tutti a rendersi conto di essere stati presi in giro? Perché tutto questo dolore causato da quella che dovrebbe essere una scelta per una maggiore felicità? Ci stiamo prendendo in giro anche noi due? Le lacrime e i fazzoletti, ma anche le urla o la disillusione, che si consumano di fronte a noi, penetrano i nostri cuori e non possiamo restare indifferenti.
Pare risuonare l’immagine di Cristo che di fronte alla molta folla che lo segue si commuove «perché erano come pecore senza pastore». Anche noi ci commoviamo di fronte a queste coppie che non sanno più amarsi, che si vedono reciprocamente come il colpevole della propria sofferenza e sembrano disorientate nella loro incapacità di dare un senso nuovo a quello che stanno vivendo. Eppure molte di loro frequentano la messa, gruppi in parrocchia, fanno parte di movimenti ecclesiali, ma la loro umanità ferita prevale. Tutti noi abbiamo bisogno di qualcuno che ci guidi, che ci mostri una strada nuova da percorrere, ci aiuti a trovare dei nuovi significati, delle motivazioni profonde sul perché vale la pena provarci.
Poi d’incanto mi accorgo che la realtà è molto più grande del pezzo che sto osservando in quel momento e comincio a notare: coppie che si aiutano e si sostengono nella malattia, una donna che accompagna con dedizione e dolcezza il suo giovane marito irrimediabilmente malato di tumore, coppie che hanno accolto il loro figlio disabile con tenerezza e forza unendosi ancora di più nel loro amore e coppie che affrontano con dedizione e tenacia la loro crisi matrimoniale dentro un percorso di accompagnamento. Molte delle coppie che seguiamo stanno rivedendo una luce, un modo di essere e di vivere l’amore che avevano perso o che, spesso, scoprono per la prima volta. Dopo un percorso scoprono che l’arte dell’amare si impara e che non è semplicemente legata al sentimento dell’amore.
Mi guardo di nuovo attorno e constato che il dolore, l’umiliazione, la sofferenza, la paura, la morte esistono ma che anche la Resurrezione esiste e noi restiamo sempre e comunque liberi di scegliere di viverla e di ritornare così a gioire… e questo è vero anche per me e mia moglie.
Edoardo Vian