Il signor «so-tutto-io»

«La natura ha posto davanti alla lingua come due porte, cioè i denti e le labbra, per indicare che la parola non deve uscire se non con grande cautela» (cfr. Settuagesima, 14).
20 Giugno 2022 | di

Tutti noi abbiamo a che fare, nei nostri rapporti quotidiani, con persone che talvolta ci sono antipatiche. E, d’altra parte, anche noi, di tanto in tanto, risultiamo antipatici a qualcuno. Se dovessimo individuare una tipologia di persone che suscita un particolare sentimento d’insofferenza, con ogni probabilità ci troveremmo d’accordo nell’indicare coloro che parlano di continuo, che sanno sempre tutto, che si sentono in dovere d’insegnare a tutti come stanno le cose. Costoro fanno fatica ad ascoltare gli altri e li interrompono sempre quando parlano. Per di più, siccome sanno tutto, sembrerà loro di non avere mai bisogno dell’aiuto altrui e sono poco bendisposti a chiedere, a ringraziare, a meravigliarsi di cose nuove.

Ritengo che «sapere tutto» e non avere mai bisogno degli altri, oltre che suscitare antipatia, sia anche segno d’immaturità. A noi pare che persone così sicure di sé siano, invece, fragili e poco serene. Coloro che riconoscono di non sapere tutto, che sanno domandare, che sanno dire a se stessi e agli altri: «Non lo so»; che sanno stare in silenzio per ascoltare opinioni diverse dalle proprie; che esprimono la loro gratitudine con franchezza di fronte a una scoperta nuova ricevuta in dono: queste, sì, sono persone mature! Mature e, possiamo affermare senz’altro, simpatiche. Sì, perché chi mostra senza timore la propria incompletezza e si affida all’aiuto di altri, questa è una persona con cui si sta volentieri insieme. In alcune situazioni, poi, l’uso esagerato di parola può servire per attirare l’attenzione in modo sconsiderato; anche questo stile suscita in noi irritazione.

Sono gustose le considerazioni di sant’Antonio che pare mettere in ridicolo i predicatori quando parlano mossi dalla smania di esibirsi: «Quando predicano, tuonano con la voce, moltiplicano le citazioni, le commentano a modo loro, si girano intorno, e desiderano essere lodati». Ahimè, è una triste scena che si ripete di frequente anche oggi, nei contesti più diversi, non solo da parte dei predicatori. Sono convinto che, di tanto in tanto, sia intelligente imparare qualcosa non solo dalle persone che riteniamo brave, o buone; ma anche da fratelli e sorelle che fanno sgorgare in noi sentimenti di simpatia e di leggerezza sorridente. È molto probabile, infatti, che un atteggiamento moralmente buono sia anche simpatico. Come è simpatico il silenzio che ascolta, la parola che ringrazia, l’affermazione umile di chi – come fa un bambino – non si vergogna di chiedere. 

 

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Data di aggiornamento: 21 Giugno 2022
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