02 Maggio 2020

Il sogno di Mozart

Un’orchestra giovanile in viaggio a Matera. Il Festival di Salisburgo giunto alle soglie dei cento anni. Filo conduttore di queste due storie: la musica. Una forza che unisce e fa avverare i desideri.

La European Spirit of Youth Orchestra si esibisce a Matera in questo scatto di qualche tempo fa.

Ho ascoltato, in sottofondo, questa storia. Alla radio. Dopo un po’, ho prestato qualche attenzione. L’ho ricercata sul web. Non sono riuscito a ritrovarla: nelle pagine «ufficiali» (anche in Wikipedia) appariva diversa, più fredda, più ingessata. Un compositore (credo che fosse un compositore, non mi sono segnato il nome) l’aveva raccontata in maniera ben più appassionata. Prima vi dico della foto: scattata a Matera durante un viaggio musicale di un’orchestra giovanile (European Spirit of Youth Orchestra): musicisti meno che ventenni riuniti da un maestro triestino, Igor Coretti, per attraversare l’Italia con un sogno europeo. L’Europa dei ragazzi, migliore di quella di oggi.

Provo a dirvi la storia del Festival di Salisburgo, come l’ho ascoltata alla radio. Quest’anno sono cento anni del Festival di Salisburgo (ho controllato: è così e forse no, dipende da dove si comincia a contare). Insomma, il 22 agosto del 1920, nella piazza del Duomo di una piccola città austriaca, fu messo in scena Jedermann, Ognuno. Mi piace il titolo, non ne so niente, non ne so niente nemmeno di musica «colta», ma so che mi appassiona. Pensateci su un momento: quattro visionari, Richard Strauss (un compositore), Hugo von Hofmannsthal (uno scrittore), Max Reinhard, (un direttore di teatro) e Franz Schalk (un direttore di orchestra) decisero, in quella Austria, di mettere in piedi un festival di musica.

L’Austria, in quel 1920, non esisteva più. Aveva governato il mondo (il mondo europeo) per secoli. Era stata un impero. Quello di Sissi e Francesco Giuseppe, insomma. Con la sconfitta divenne una piccola, minuscola, litigiosa repubblica. Non c’era più l’imperatore, c’era una disfatta, la fine di un mondo (raccontata dai libri di Joseph Roth, insomma) e questi quattro uomini (e mille altri dietro a loro, immagino: chi montò il palco dove venne cantata Jedermann?) sognano, progettano  e realizzano «un festival». E scelgono una piccola città: Salisburgo. Vi era nato Wolfgang Amadeus Mozart. «Il più europeo dei compositori». Lo pensarono «dopo» il cataclisma. Il «dopo» può nascere da un sogno. Da un’utopia. Potrebbe anche essere così.

 

Data di aggiornamento: 02 Maggio 2020
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