L’Artico inquinato dalle creme solari

Sostanze contaminanti presenti in creme solari, spray con filtri UV e in prodotti per la cura personale, sono state rilevate nelle nevi del Polo Nord. Intervista audio a Marianna D’Amico ricercatrice dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
18 Giugno 2024 | di

Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica «Science of the Total Environment», condotto da ricercatrici e ricercatori dell’Università Ca’ Foscari Venezia, dell’Istituto di Scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, in collaborazione con l’Università delle Svalbard, in Norvegia, ha fatto una scoperta sconcertante. Nelle nevi dell’Artico, l’area che circonda il Polo Nord, in particolare sui ghiacciai dell’arcipelago delle isole Svalbard, è stata identificata la presenza di sostanze contaminanti derivanti da creme solari, da spray con filtri UV usati per proteggere la pelle, e da prodotti per la cura personale. Queste sostanze, trasportate dai venti, si depositano soprattutto nel periodo invernale, durante la lunga notte artica.

Per dare il nostro contributo all’ambiente nella stagione estiva, quando molti vanno al mare per godersi un po’ di relax, può essere utile evitare l’uso di creme o spray che contengono queste sostanze:

Ethylhexyl Methoxycinnamate (EHMC). In alcuni prodotti è indicato come Octinoxate

- Benzophenone-3 (BP3). In alcuni prodotti è indicato come Oxybenzone

- Ethylhexyl Salicylate (EHS)

- Octocrylene 

Di solito i nomi di queste sostanze si trovano nell’elenco dei composti riportati sul contenitore o sulla confezione delle creme o degli spray stessi.

Ce ne parla la ricercatrice di Scienze Polari, Marianna D’Amico, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, prima firmataria dello studio internazionale sui contaminanti rilevati nell’Artico.

 

Data di aggiornamento: 18 Giugno 2024
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