Lasciare tutto per ritrovarsi

Seguire Gesù significa recuperare se stessi da qualsiasi dipendenza e diventare liberi. È un miracolo che può avvenire, che passa attraverso un incontro che cambia, come insegna sant’Antonio.
12 Giugno 2016 | di

«In quel tempo Simon Pietro disse a Gesù: “Ecco che noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito” (Mt 19,27). In questo Vangelo si devono considerare due fatti: l’eccelsa dignità degli apostoli nel giudizio finale e la ricompensa di coloro che lasciano le cose transitorie» (Sant’Antonio, Sermoni, Festa della conversione di san Paolo)

Pietro e gli altri della prima ora avevano forse pensato che ci sarebbe stato, alla fine, del guadagno nel seguire il rabbi di Nazareth. Poi videro che nell’andargli dietro, tra entusiasmi e ripensamenti, stavano recuperando se stessi, da gente alienata diventavano liberi. Lo capirono e lo vollero scritto in quella buona notizia che chiamiamo Vangelo, perché così era stato per loro e così sarebbe stato per tanti.

Sant’Antonio nel Sermone per la festa della conversione di san Paolo scrive: «Pietro, ti sei comportato saggiamente: non potevi certo, carico di pesi, tener dietro a Colui che corre». Col fratello Andrea, con Giovanni e Giacomo, avevano lasciato barca e reti: era arrivato uno sguardo che muoveva la loro vita e che corrispondeva ai desideri del cuore, una chiamata che squarciava orizzonti e insegnava l’arte della corsa. Non si può dire certo che il nostro Antonio non sia stato un runner evangelico nei suoi trentasei anni di vita: nell’attuare la vocazione monastica, nell’inseguire il sogno di morire martire di Cristo, nel consumarsi sulle strade della predicazione e della carità, nel divenire sempre più libero, più essenziale, fino a essere semplicemente un dono.

La necessità di lasciare cose e stili che azzoppano la vita è ben presente nei giovani che ci chiedono aiuto per liberarsi da droghe, alcol, gioco d’azzardo e da altri comportamenti a rischio. Anche la nostra Comunità San Francesco si pone allora come scuola di sobrietà, cioè di volontario spogliamento di cose e abitudini che paralizzano. «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto…» potrebbero dire anche loro; infatti noi chiediamo di rinunciare per un lungo periodo al cellulare, a Facebook, al denaro e alle libere spese, ed è davvero una richiesta esigente, che lascia come in apnea e «costringe», spesso per la prima volta, a scelte radicali.

Sant’Antonio, che di certi passaggi impegnativi ne capisce, si chiede: «Che cosa si intende per “tutto”?». E risponde: «Le cose esteriori e quelle interiori, cioè le cose possedute e anche la volontà di possedere, in modo tale che non ci è rimasto assolutamente nulla». Qui siamo su un piano spirituale, ma sappiamo che ogni cambiamento-conversione può avvenire a patto della consapevole perdita di tutte le zavorre, fuori dai comfort che non si vorrebbe abbandonare.

Le storie di ogni giorno ci insegnano che non si muove un passo fuori dalle dipendenze se non si è disposti a lasciare tutto: si sa bene che non può esistere una quantità moderata di droga, per molti poi è assai improbabile un bere «moderato», ed è rischiosa per alcuni anche la prima schedina di gratta e vinci… Insomma, è molto più facile lasciare tutto che difenderne una particella.

«Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?» (Mt 19,27) chiede Pietro. Antonio commenta la risposta di Gesù, che «non inizia con: “Voi che avete lasciato tutto”, ma con: “Voi che mi avete seguito”». Ecco la differenza e la soluzione: non è la perdita in sé a renderci migliori, bensì l’incontrare, il seguire, il connettersi. Riprende Antonio: «Se tu vuoi seguire e conseguire, è necessario che lasci te stesso». E allora può avvenire il miracolo della liberazione, che passa attraverso un incontro che cambia.

«Chi segue un altro nella via, non guarda a se stesso, ma all’altro che ha costituito guida del suo cammino». I nostri giovani e le loro famiglie vedono in noi delle guide, e noi sappiamo che la guida nostra e di tutti è Cristo Signore, per cui la libertà dalle droghe che proponiamo vuole aprire a una Guida più grande. Unendoci alla preghiera del Santo: «Per te abbiamo lasciato tutto, siamo diventati poveri. Ma poiché tu sei ricco, ti abbiamo seguito perché tu renda ricchi anche noi. Abbiamo seguito te, noi creature abbiamo seguito il Creatore, noi figli il padre, noi bambini la madre, noi affamati il pane, noi malati il medico, noi stanchi il sostegno, noi esuli il paradiso». Grazie, apostolo Pietro, per le tue domande, sempre intriganti.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017
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