Le fake news sul clima fanno male due volte all’ambiente
Ti imbatti in una notizia che minimizza i cambiamenti climatici e vorresti condividerla per rassicurare i tuoi contatti? Fermati un attimo: quel semplice gesto potrebbe danneggiare il pianeta due volte. Innanzitutto, le bufale, specialmente quelle che negano o sottovalutano la gravità della crisi climatica, frenano la presa di coscienza collettiva e, di conseguenza, ritardano l’adozione di misure urgenti necessarie per salvaguardare il nostro futuro. Purtroppo, solitamente le notizie false sono pervasive, anche perché offrono un rassicurante alibi all’inazione.
Tuttavia, c’è un altro aspetto importante: le fake news, spesso cariche di sensazionalismo, fanno leva sulle nostre emozioni più profonde. Scatta così l’impulso a condividere magari per ottenere gratificazione da like e commenti. È una dinamica psicologica nota a chi orchestra la disinformazione trasformandoci, a nostra insaputa, in veicoli di menzogne.
Considera poi che ogni condivisione sui social media o messaggistica come WhatsApp aumenta la nostra impronta di carbonio. Dovremmo quindi astenerci dal diffondere contenuti inutili e, in primis, fake news. Ogni giorno, miliardi di messaggi digitali vengono scambiati e una porzione non trascurabile di questo flusso è, purtroppo, «spazzatura». Di conseguenza, inoltrando una bufala, non solo si contribuisce a diffondere informazioni dannose, ma si aumentano, involontariamente, anche le emissioni di gas serra. Che cosa fare? Prima di condividere, verifichiamo l’attendibilità delle fonti. In questo modo, non solo aiuteremo a contrastare la disinformazione, ma offriremo un contributo tangibile alla lotta contro i cambiamenti climatici, alleggerendo al contempo la nostra «impronta digitale».
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