Lo spirito di Velasco

Insegnare l’importanza dell’ascolto e dello spirito di squadra a un gruppo di bancari, attraverso i consigli di un grande allenatore: Julio Velasco.
12 Settembre 2025 | di

Qualche settimana fa mi è stato chiesto di fare una formazione sulla comunicazione, l’ascolto e lo spirito di squadra a un gruppo di operatori che lavorano nell’ambito delle risorse umane all’interno di una banca. Sul momento mi sono sentito in difficoltà, perché non sapevo quale potesse essere la modalità più adatta ed efficace per veicolare questi contenuti. E ho pensato: «E ora come faccio a far capire a un gruppo di “bancari” concetti di tipo educativo?». Ma un discorso sullo spirito di squadra di Julio Velasco, allenatore della nazionale italiana femminile di pallavolo, tenuto lo scorso dicembre, mi ha aiutato (e intrigato) parecchio

Innanzitutto: quali sono gli elementi che caratterizzano una squadra? Velasco ci tiene a precisare che c’è una notevole differenza tra «gruppo» e «squadra», anche se nell’immaginario comune queste due parole esprimono la stessa idea. In realtà, non è proprio così. Nel gruppo ci sono legami personali molto forti, ma questi non sono sempre sufficienti a far vincere la squadra, perché è proprio questo lo scopo di una squadra: vincere! Qual è quindi l’ingrediente segreto che rende vincenti? È lo spirito di squadra? A volte si è portati a pensarlo, ma in realtà questo arriva alla fine, è un qualcosa che si crea più facilmente se si vince. Velasco, infatti, afferma: «Se il gruppo è unito ma gioca male, non vince. E non basta nemmeno giocare bene, perché se l’altra squadra gioca un po’ meglio di noi, perdiamo. Bisogna giocare meglio dell’altra squadra: lo spirito di squadra si crea vincendo, cioè funzionando». Ma come si crea questo fantomatico spirito? Ci devono essere dei presupposti imprescindibili: un obiettivo, una strategia di gioco e ruoli differenti.

Ed è su quest’ultimo punto che vorrei soffermarmi, proprio come ha fatto Velasco nel corso della sua formazione. Innanzitutto, i giocatori hanno abilità diverse che si compensano. Si può essere più bravi/e di altri/e in un ruolo specifico, pertanto è fondamentale riconoscere l’importanza del ruolo altrui e, in particolare, il fatto che spesso abbiamo bisogno dell’altro/a, perché ciascuno/a ha caratteristiche diverse. È fondamentale valorizzare l’individualità di un giocatore e metterla in funzione dell’individualità degli altri, ed è importante che ognuno accetti il proprio ruolo. Inoltre, in una squadra la responsabilità di ogni azione è condivisa: se un giocatore sbaglia e non segna, la responsabilità non è del singolo. E non è importante nemmeno capire «di chi è la colpa», bensì focalizzarsi sulla soluzione del problema. Per creare uno spirito di squadra, dunque, conta che ognuno dimostri che è migliore dell’altro? No, Velasco ci fa riflettere su due questioni: sulla necessità di mettere insieme i punti forti di tutti i giocatori, considerandone i punti di debolezza, soffermandosi sul concetto di aiuto. I giocatori, infatti, si aiutano, si supportano, perché altrimenti tutto il gioco non funziona. L’aiuto è parte integrante del gioco. 

Insomma, l’incontro è stata una bella occasione per affrontare una formazione con uno «spirito» di squadra diverso, complice anche la location: una bella cantina vinicola! E lì sì che c’è dello spirito! E voi, avete uno spirito di squadra o di gruppo? Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Instagram e Facebook. 

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Data di aggiornamento: 12 Settembre 2025

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