Los Muchachos del 2019
I ragazzi si mascherano. Da alieni a Santiago del Cile. Da Anonymous a Hong-Kong (e già lo avevano fatto per Occupy Wall Street). Da Joker, con i colori della bandiera nazionale, a Beirut. E sanno bene che non è un gioco, non è un Carnevale.
Nel 2019, le piazze si sono riempite a ondate di giovani. A volte, come in Cile, sono davvero muchachos. Sotto i vent’anni. Ragazzi in ribellione. A Baghdad come a Quito, a Barcellona come in Sudan. in Algeria o a Teheran. Le nostre Sardine hanno cominciato a nuotare dietro le prime bracciate di ragazzi in bilico sui trent’anni, poi hanno mischiato generazioni. Da parte sua, la piccola e tosta Greta è stata capace di mettere in movimento milioni di muchachos con i Friday for Future.
A volte, i primi passi, le prime proteste hanno avuto cause scatenanti sorprendenti: l’aumento di pochi centesimi del biglietto della metropolitana è stata la scintilla delle battaglie di Santiago; il tentativo di tassare WhatsApp ha infranto equilibri che apparivano inscalfibili a Beirut; più crudamente i ragazzi di Hong-Kong vogliono la certezza della libertà dalla soffocante minaccia cinese; a Barcellona non possono accettare le pesanti condanne inflitte ai leader catalani indipendentisti. A Beirut, i giovani, scardinato, almeno per un istante, il feudale sistema politico-confessionale che regge il loro paese, hanno gridato in faccia ai cronisti: «Altro che WhatsApp, noi siamo qui per il pane, per il cibo, per il carburante. Per tutto».
Per tutto! È come se, tolta una piccola pietruzza, la piramide dell’economia globalizzata abbia vacillato, mostrando, subito dopo, un volto perfido, vendicativo.
Troppe ingiustizie, troppa disuguaglianza, troppo profondo l’abisso che divide ricchi e poveri (e impoveriti) a ogni angolo della Terra. L’avidità ha eroso una classe media che si è impaurita, come se si fosse resa conto di un inganno.
E ai ragazzi puoi togliere forse tutto, ma non la libertà, non il futuro. Non una idea di futuro. Nel tempo hanno pagato prezzi immensi: a Managua nel 2018, e, prima, a piazza Tahrir al Cairo, a Gezi Park a Istanbul. Decenni fa, fu osceno l’eccidio di piazza Tienanmen a Pechino. I muchachos, oggi, hanno coraggio sfrontato di fronte al potere: oltre cento morti in Iraq, più di venti in Cile, cinquemila arresti a Hong Kong. Pagheranno ancora nei prossimi mesi. Ma sono questi ragazzi la forza che può, ancora una volta, innescare il cambiamento dl «corso delle cose».