Mindfulness della bicicletta
Mindfulness è un termine di moda. Letteralmente significa «consapevolezza», consapevolezza di sé ottenuta grazie alla capacità di dare attenzione al momento presente in maniera distaccata e il più possibile non giudicante. Più in generale, oggi si parla di mindfulness per tutte quelle pratiche, anche meditative, che aiutano a vivere il tempo in maniera meno frenetica, rallentando e gustandosi il presente. Sia chiaro: il fatto che un termine sia di moda non significa necessariamente che sia negativo. Anzi, a volte proprio l’essere di moda può denotare un bisogno generale talmente diffuso da divenire, appunto, fenomeno di massa.
La casa editrice Terra Santa ha dato alle stampe di recente una gradevole collanina che propone, al momento, tre titoli: Mindfulness della bicicletta, Mindulfness della corsa e Mindfulness del camminare; sottotitolo: Pensieri per potenziare il corpo, liberare la mente, elevare lo spirito. Volumetti che, senza grandi pretese, vogliono mostrarci come anche queste comuni attività abbiano una certa attinenza con il mondo della mindfulness, poiché ci obbligano a soffermarci sul nostro corpo, ad ascoltarne i segnali, i bisogni. A essere, in poche parole, pienamente presenti nel qui e ora.
Prendiamo, per esempio, il ciclismo. Autore del volume dedicato alla bici è Nick Moore, ciclista sulle lunghe distanze, giornalista sportivo esperto di ciclismo e scrittore. Per anni si è descritto come un Mamil (acronimo di Middle-aged man in lycra, vale a dire «Uomo di mezza età in lycra», con riferimento ai pantaloncini tecnici indossati dai ciclisti), finché la vita non lo ha messo dinanzi a una osteoartrite che lo ha costretto a un nuovo approccio all’esistenza e, ovviamente, anche al suo amato sport. Così il ciclismo per lui è di colpo passato dall’essere solo un’occasione per misurarsi con i propri limiti all’essere una necessità per tenere sotto controllo la malattia.
Va da sé che Moore si è trovato di conseguenza a dover compiere tutta una serie di azioni – che prima svolgeva in modo quasi automatico, concentrato solo sui risultati della sua performance sportiva – con una maggiore consapevolezza di sé e del momento presente. Ecco allora l’attenzione al ritmo del respiro che diventa adesso necessario sincronizzare coi movimenti anche per affrontare le più semplici salite; o l’attenzione assoluta che deve porre ai suoi gesti mentre corre in mezzo al traffico, lui che prima pedalava soprattutto in zone solitarie.
Di attenzione in attenzione il nostro autore si accorge così che tutto, nel mondo della bici, può essere vissuto in modo maggiormente consapevole: dalla preparazione del mezzo al pedalare sotto la pioggia, dal gustarsi una discesa all’affrontare una foratura. Dalla bici alle altre attività quotidiane il passo è breve e così, grazie a questi libretti, possiamo scoprire come in realtà quasi ogni nostra azione possa essere svolta in modo più consapevole. Avendo come obiettivo finale il rallentare i propri ritmi, per gustarsi in modo pieno l’esistenza, donando importanza anche alle piccole cose di ogni giorno, che rappresentano, in realtà, il senso profondo della nostra vita.