Teatro à la carte
Se vi capita di incrociarle mentre sfrecciano sulle loro biciclette per le strade di Milano potreste quasi confonderle con dei rider, i fattorini addetti alla consegna a domicilio. Dentro alle loro borse, però, Roberta Paolini e Marica Mastromarino non portano pizze, bibite o panini, ma oggetti di scena. Cappelli, abiti, libri, spartiti… e quant’altro può servire alla metamorfosi nel personaggio di turno. Sono attrici, del resto. Nonostante la pandemia quest’anno abbia fatto di tutto per farglielo dimenticare. Alla chiusura dei teatri, Roberta e Marica hanno risposto con un progetto a prova di covid: il Teatro delivery, un servizio per portare lo spettacolo in cortili e giardinetti condominiali, tra le panchine di un parco pubblico o in qualsiasi altro luogo aperto e ventilato.
«Nei primi due mesi di lavoro abbiamo inscenato una sessantina di spettacoli – spiega Marica Mastromarino –. Si tratta perlopiù di monologhi della durata massima di mezz’ora rivolti agli adulti, ma anche ai giovani. “Pillole di teatro” in cui la scenografia è inesistente e tutto è ridotto all’essenziale». Proprio questa essenzialità è il punto forte del progetto di Roberta e Marica, che si sono conosciute lo scorso marzo durante il primo lockdown, mentre distribuivano cibo nella Brigata Franca Rame. «Perché offrire solo viveri?» si sono chieste le due volontarie. «Perché non dispensare anche pillole di teatro?». In fondo, non di solo pane vive l’uomo… Da qui la scelta di aderire al progetto del «Barbonaggio teatrale delivery» di Ippolito Chiarello (fondatore della rete internazionale Usca, le unità speciali di continuità artistica) e di creare a Milano un servizio pensato non solo per gli amanti del palcoscenico, ma anche per i neofiti.
«Famose ’na risata»
Ordinare teatro à la carte è molto semplice. Basta collegarsi alla pagina Facebook o Instagram del progetto per leggere il menù. Una volta scelte le «portate», la prenotazione dello spettacolo avviene tramite un messaggio, una e-mail o una semplice telefonata. «Tra i più gettonati, il pacchetto “Famose ’na risata” e quello dedicato all’Inferno di Dante» continua Marica. Senza scordare gli spettacoli per ragazzi recitati in duo da Marica e Roberta: La fame dello Zanni (tratto da Mistero Buffo di Dario Fo) e Rodari Remix. Per i più esigenti, poi, c’è anche l’opzione «Proponici un testo!». Che si tratti della pagina di un libro o di una poesia poco importa. «Il teatro è per tutti e per tutti i gusti» conferma Mastromarino, a dispetto dell’età e del portafoglio. Proprio per questo, nonostante i prezzi già contenuti (dai 7 euro fino ai 35 per un duo), Teatro delivery ha previsto anche spettacoli gratuiti per le famiglie in grave difficoltà economica. «Finora, però, nessuno ci ha chiesto di non pagare – aggiunge l’attrice –. In compenso, è accaduto che qualcuno pagasse per un’altra persona che non poteva permetterselo. Un’iniziativa – questa del “biglietto sospeso” – che proseguirà».
Parla di futuro non a caso Marica. Dopo essersi esibita persino nel sottopassaggio della stazione di Segrate e sotto i portici di Piazza Affari, con la sua collega Roberta sta raccogliendo sempre più ordini e consensi. «Nel pubblico rileviamo un crescente bisogno di comunità, la voglia di comunicare tra persone diverse – spiega ancora l’attrice –. In questo senso, il teatro è quanto mai utile, perché si basa su un patto tra il pubblico e gli attori. Ecco perché andrebbe considerato un bene di prima necessità. La gente ormai lo ha capito: lo vediamo ogni volta che ci esibiamo. Ricordo un gruppo di amiche 50enni. Prima della pandemia erano abituate ad andare a teatro almeno una volta al mese. Hanno chiesto il pacchetto Inferno, da “consegnare” in un parchetto pubblico. Man mano che recitavo, vedevo i loro volti cambiare. Quasi fluttuassero tra le rime».
Il successo di pubblico, comunque, non è l’unico motivo per cui il Teatro delivery di Milano è destinato a sopravvivere ancora a lungo. «Virus permettendo, alla riapertura dei teatri non corrisponderà automaticamente un ritorno alla normalità – conclude Marica Mastromarino –. Molti spazi non potranno più riaprire. Per noi attori ci sarà ancora meno lavoro di prima. Da qui il nostro progetto e la continua ricerca di nuove prospettive». Anche quando tutto sembra perduto, c’è sempre un’alternativa per restare a galla. Tutto sta a saperla vedere e a crederci fino in fondo.
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