27 Giugno 2022

«Nella preghiera non sento niente»

A volte il nostro tempo di preghiera ci sembra arido, inutile. Ci viene la tentazione di pensare che stiamo sbagliando tutto. Ma cosa ne pensa invece il Signore?
Nella preghiera non sento niente.

© Bianchi-Carini-Fantini-Pistore / Archivio MSA

Mi capita spesso di ascoltare persone che si lamentano della qualità della loro preghiera: «Fra Nico, io mi metto anche a pregare, ma poi sono lì e non so cosa dire…». «Sai, in questo periodo non sento niente nella preghiera, sembra che Dio non ci sia più!». «Padre, ma come si fa a sentire la presenza di Dio? Mi pare di buttare via il mio tempo…». «Penso che sto sbagliando tutto nella preghiera, perché non ne ricevo nessun beneficio!». Tutti, infatti, abbiamo il desiderio di voler «sentire» la presenza del Signore, oppure di voler ricevere un frutto, una risposta, durante i nostri tempi di preghiera. È un desiderio legittimo e buono: dice che desideriamo il Signore accanto a noi, che vorremmo avere da lui una luce, che sentiamo che senza di lui non possiamo fare nulla! È però anche un desiderio che rischia di portarci un po’ fuori strada… In queste situazioni, infatti, è importante spostare il nostro sguardo su un altro punto di vista, quello dell’affidarsi. Mi spiego meglio… Nel cammino di preghiera (ma anche di ricerca vocazionale, e di fede in generale) è importante non avere la pretesa di voler per forza tenere in mano noi la situazione.

Spesso, infatti, noi vogliamo progettare, programmare, capire, costruire, sfruttare al massimo il tempo, vedere dei risultati concreti, eccetera… Queste sono tutte cose umanamente buone, ma dobbiamo anche affidarci un po’ al Signore. Cosa significa «fidarsi di Lui»? Provo qui a «tradurre» questa cosa in due elementi. Anzitutto fidarci di lui significa anche lasciare che sia un po’ Lui a prendere le redini del nostro cammino, e per esempio, che sia Lui a fare del tempo che gli dedichiamo ciò che Lui vuole, che sia Lui a darci quello che può essere veramente più utile per noi. Il Signore sa che cosa ci aiuta di più, più di quanto noi stessi possiamo sapere. Poi «affidarsi a Lui» significa anche accettare e accogliere la gratuità, che talvolta diventa anche l’inutilità. A volte, infatti, capita che siamo in preghiera, oppure c’è una catechesi, o siamo a messa, o in altre situazioni, e ci sembra di non aver concluso niente, di non aver portato a casa niente di nuovo, ci sembra che sia stato un tempo inutile, sprecato…

Fidarsi del Signore significa anche sapere che, in realtà, non è così. Il tempo vissuto con Lui non è mai sprecato, ricordalo bene. Il solo fatto di esserci stato, di essere stato la sua presenza, di essere stato in sua compagnia, di aver dato questo tempo a lui, di esserti messo a sua disposizione, questa è la cosa buona, anzi la più buona! Questo è quello che ci viene chiesto! Poi il risultato, il frutto, non dipende da noi ma da Lui. A volte allora la nostra preghiera potrà sembrarci arida, a volte inutile… Ecco questo, in realtà, non è mai un tempo inutile, semmai è un tempo totalmente gratuito. Sì, gratuito, nel senso che è un tempo svincolato dal dover ottenere un risultato. In realtà, poi si scopre che è proprio lì che Lui agisce, e quindi per questo il tempo «gratuito» diventa anche il tempo più utile in assoluto!

Mettere la nostra vita nelle sue mani, fidandoci di Lui, anche senza vedere immediatamente un risultato: questa è la cosa più importante che dobbiamo fare nel cammino spirituale! Poi, da questa derivano e discendono anche tutte le altre. Vi incoraggio a perseverare nel cammino di preghiera e, se avete bisogno di un consiglio, di un sostegno, scrivetemi pure a franico@vocazionefrancescana.org.

Una preghiera per tutti voi!

Il Signore è grande.

fra Nico 

 

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Data di aggiornamento: 27 Giugno 2022
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